Fiorio: «Sì, saremo protagonisti» di Cristiano Chiavegato

Fiorio: «Sì, saremo protagonisti» La Ferrari analizza la gara di S. Paolo, finalmente sicura di aver imboccato la strada giusta Fiorio: «Sì, saremo protagonisti» E a Imola ci sarà il nuovo 12 cilindri SAN PAOLO DAL NOSTRO INVIATO Il Gran Premio che ha fatto piangere il Brasile (per la sconfitta di Senna) è stata una delle gare più belle degli ultimi tempi. Tre squadre hanno avuto la possibilità di vincere: la McLaren, che ha dominato nella prima parte con il brasiliano; la Williams, che sino a tre quarti di corsa si è inserita nella battaglia; la Ferrari, che nel finale ha raccolto i maggiori frutti. Una gara che avrebbe potuto benissimo concludersi allo sprint. Non è accaduto per una serie di motivi: l'errore di Senna, che ha centrato al 40° giro la Tyrrell di Nakajima ed è stato poi costretto a rientrare ai box per cambiare il musetto della vettura; la sosta prolungata di Mansell per riparare il comando della barra di torsione (uno strumento che ripartisce l'equilibrio delle sospensioni fra anteriore e posteriore); il ko del motore di Patrese; il rallentamento di Prost al cambio delle gomme (il francese ha rischiato prima di essere investito dalla Lotus di Donnelly e poi ha dovuto frenare per non urtare la Minardi di Martini all'entrata in pista). Ma i guai fanno parte delle corse e la Ferrari ne ha avuti meno di tutti. Inoltre, Prost ha compiuto quella che si può definire una corsa «alla Prost». Inizio cauto, progressione, guida esemplare, una regolarità impressionante. «Negli ultimi trenta giri - ha spiegato Alain la vettura era perfetta». E infatti Prost ha risposto senza fatica ai tentativi di recupero di Berger, che lo seguiva da vicino, e di Senna, più lontano. I tempi sul giro presentano scarti irrisori: Berger l'19"899, Prost l'20"010, Senna l'20"067, Boutsen l'20"089, Patrese (scalognatissimo come al solito) l'20''132, Mansell l'20"389. In Ferrari gioia grande, ma anche in un certo senso contenuta. Forse più che altro la soddisfazione di aver capito che la strada imboccata era qualla giusta. Il direttore tecnico Castelli: «Abbiamo lavorato senza sosta quest'inverno. Non pote- va anche qui finire come a Phoenix. Abbiamo voltato pagina. Ora arriverà Imola ed avremo una responsabilità in più, ma questo è un incentivo. La macchina nuova sul piano aerodinamico dovrebbe essere migliore, l'unico rischio riguarderà il nuovo motore 12 cilindri per l'affidabilità. Ma ci impegneremo proprio in questo senso». Nella scorsa stagione la Ferrari non era mai arrivata con due vetture al traguardo. Giustificato quindi il buonumore di Cesare Fiorio: «Non ho parole. Lo dicevo sabato e prima della corsa che saremmo andati bene. Mi guardavate come un marziano. Abbiamo potuto dimostrare che eravamo in grado di tenere un ritmo superióre a quello dèi nostri avversari. La tattica era quella di non forzare all'inizio. La realtà della Ferrari è quella di un team competitivo. Ci saranno forse dei circuiti dove soffriremo di più, ma credo che saremo comunque protagonisti del campionato». Felice, ma realista Alain Prost, che è noto per non mandare a dire nulla a nessuno. Preferisce parlare in prima persona: «Dobbiamo ancora lavorare molto, soprattutto per le qualificazioni, perché si parte troppo indietro e questo costa secondi preziosi. Avevo previsto di attaccare dopo il cambio delle gomme. Ma avevo dei timori sull'affidabilità. E' questo il vantaggio attuale della McLaren che può contare su vetture che difficihnente tradiscono. Sull'incidente di Senna cosa volete che dica? Prende molti rischi nei sorpassi, e questa è una sua dote. Vince, ma qualche volta paga». Ancora una domanda. La Ferrari può puntare al mondiale? «I favoriti sono sempre Senna e la McLaren - risponde Prost -. Diciamo che noi non siamo in una posizione scomoda. Il punto cruciale della stagione è questo mese di aprile senza gare. Noi lavoreremo per migliorare ma dovremo attendere la corsa di Imola. Il pericolo è che anche gli altri compiano ulteriori progressi». Cristiano Chiavegato Alain Prost è sempre il «professore»

Luoghi citati: Brasile, Imola, Phoenix, San Paolo