Il Torino dei record non «salva» Fascetti di Giorgio Viberti

Il Torino dei record non «salva» Fascetti Nonostante la vittoria sulla Reggina (e 42 gol in casa) il tecnico resta sotto accusa per il gioco modesto Il Torino dei record non «salva» Fascetti «Il centrocampo era perfetto» TORINO. Netta vittoria casalinga (2-0) sulla Reggina, settimo successo consecutivo al Comunale, 42 reti in casa (2,8 gol a partita), sette lunghezze sulla quinta in classifica, obiettivo minimo ed abbordabile quello di ottenere 12 punti nelle ultime nove giornate ancora da disputare: sembrerebbero cifre liete ed augurali nel cammino che sta riportando il Torino in serie A. Ed invece, durante e dopo la partita vittoriosa di domenica scorsa, si sono sentiti intorno alla squadra commenti per tutti i gusti, ma più spesso amari. L'atmosfera si è fatta pesante, si contano i sorrisi, manca l'ironia. Una svolta, l'ennesima, aleggia nell'aria, ma nessuno vuole ufficializzarla per non rompere un meccanismo precario ma ancora funzionante. Fascetti è al capolinea, ma aspetta a manifestare tutto il suo rancore; Borsano ha già deciso tutto, ma prima di riprendere in mano redini e frusta lascia che la squadra rotoli quasi per inerzia verso la promozione. E intanto il Toro che conta di più per la gente, quello che fa urlare la «maratona», scalpita ma non incorna, vince ma non esalta, trotterella senza involarsi. Anche domenica, contro l'inerme Reggina priva di tre giocatori importanti (Paciocco, Orlando ed Armenise), i granata hanno sbattuto la testa a lungo contro la difesa avversaria prima di riuscire a scalfirla, scatenando a tratti le pesanti invettive giunte dagli spalti. Il capro espiatorio, facile facile, era naturalmente Fascetti, reo secondo molti di aver infarcito il centrocampo di generosi cursori dai piedi troppo rustici. Assente Policano, il solo Romano è sembrato troppo isolato nella costruzione del gioco e mal sor¬ retto dalle spinte di Enzo e Rossi. «Per ora la formazione la decido ancora io — ha detto il tecnico senza perifrasi e con più colore di quanto sia consentito riportare —. Chi vuole soltanto insultarmi, venga a farlo al Filadelfia o in via Roma. Accetto le critiche se sono costruttive, ma non sopporto gli insulti, soprattutto se anonimi. E poi, che cosa sarebbe cambiato se avessi mandato in campo Venturin? Un altro centrocampista avrebbe fatto solo confusione. Non volevo subire il loro contropiede, che infatti non è esistito. Se dovessi rigiocare domani contro la Reggina, manderei in campo la stessa formazione». Proprio la stessa non sarebbe possibile, dato che la contrattura di Cravero si è trasformata in distrazione muscolare ed il capitano salterà Under 21 e trasferta di campionato a Cagliari, i «Anche l'uscita di Cravero ha complicato le cose — ha ammesso Fascetti — ma i maggiori problemi ce li hanno creati il vento e il terreno irregolare». Le considerazioni più amare riguardano però i rapporti con la società. «Porterò la squadra in serie A — ha aggiunto il tecnico — poi sarà giusto andarsene. Ormai la faccenda mi è chiara. Quando mi sono scagliato contro qualcuno, tutti l'hanno scritto. Quando invece mi mandano a quel paese, nessuno lo sottolinea. Questa è mafia. Spero di provare ancora qualche emozione prima della fine del campionato». Borsano, da parte sua, naturalmente butta acqua sul fuoco: «Fascetti amareggiato? Non mi è parso — ha affermato il presidente —. Decideremo il suo futuro dopo la partita contro il Pisa». Giorgio Viberti Sostituito da Skoro. Con la Reggina poca fortuna per Pacione, vicino ai gol prima di essere richiamato in panchina

Luoghi citati: Cagliari, Filadelfia, Torino