«Rabta l'incendiò Gheddafi»

«Rabta l'incendiò Gheddafi» Per prevenire un bombardamento Usa e continuare a produrre i gas «Rabta l'incendiò Gheddafi» ^opposizione libica ora parla di messinscena WASHINGTON. Un gruppo di opposizione libico ha accusato il colonnello Muammar Gheddafi di aver fatto appiccare il fuoco al controverso impianto chimico di Rabta, rimasto danneggiato la scorsa settimana da un incendio. Il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia, che opera in esilio, ha diffuso l'altra sera un comunicato in cui si afferma che Gheddafi ha voluto l'incendio per prevenire un eventuale attacco degli Stati Uniti e giustificare un «giro di Vite» nei confronti dei sempre più numerosi oppositori. Secondo il Fronte, Gheddafi ha cercato di ingannare l'Occidente affermando che l'incendio aveva messo fuori uso gli impianti di Rabta, mentre in realtà proseguirebbero segretamente la produzione di armi chimiche (i libici sostengono che la fabbrica produce medicinali). Citando fonti libiche, il gruppo d'opposizione afferma che le autorità avrebbero portato via le armi chimiche immagazzinate a Rabta prima di far giungere nella fabbrica copertoni e materiali infiammabili, «che sono stati collocali all'interno dell' impianto e incendiati su ordine del Colonnello la notte del 13 marzo». Secondo il comunicato, agenti dei servizi segreti avevano preso precauzioni per evitare che l'incendio provocasse danni gravi e per circoscriverlo rapidamente. Veicoli di emergenza erano infatti pronti fuori dalla fabbica (come risulterebbe anche dalle rilevazioni dei satelliti). Breik Swessi, membro del Comitato Esecutivo del Fronte, interpellato telefonicamente nella sua abitazione di Washington, ha detto che, a quanto pare, Gheddafi temeva che gli Stati Uniti potessero colpire Rabta come colpirono il suo quartiere generale nell'aprile del 1986. «Gheddafi ha una gran paura degli Usa», ha detto Swessi. L'agenzia ufficiale di Tripoli, la «Jana», ha accusato i servizi segreti tedesco federali, americani e israeliani di essere coinvolti nel rogo. Il presidente americano George Bush si era rallegrato che l'incendio avesse messo fuori uso la fabbrica chimica pur smentendo categoricamente qualsiasi coinvolgimento degli Stati Uniti. Sempre ieri, si è appreso che la fornitura e l'imbarco di greggio libico destinato alla Germania Federale non ha subito rallentamenti malgrado l'annunciata rappresaglia di Gheddafi. Il Colonnello aveva detto subito dopo l'«incidente» che qualora venissero appurate responsabilità di Bonn nel rogo «la presenza economica tedesca sarebbe stata totalmente rimossa dal Paese». [Ansa-Reuter]

Persone citate: George Bush, Gheddafi, Muammar Gheddafi