«Uniti ma per l'Europa» di Fabio Galvano

«Uniti ma per l'Europa» «Uniti ma per l'Europa» Kohl rassicura la Comunità «Non sarà un Quarto Reich» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Cancelliere Helmut Kohl ha risposto ieri, a una Cee che si preoccupa di non essere sacrificata sull'altare della grande Germania, dando un poderoso colpo d'acceleratore al processo d'integrazione europea. «L'unificazione tedesca — ha detto riprendendo una storica frase di Konrad Adenauer — sarà possibile solo sotto il tetto dell'unificazione europea». Non ha proposto di anticipare l'avvio della conferenza intergovernativa per l'unione monetaria e per la riforma delle istituzioni comunitarie; ma nell'incontro con Jacques Delors e con un gruppo di commissari Cee egli si è impegnato a dare a quel processo una spinta significativa, a «concretizzare le idee che condurranno all'unione politica». L'unificazione tedesca, ha aggiunto, «non sarà un freno ma un'accelerazione per la Cee». Invitato da Delors, già all'indomani delle elezioni nella Germania Est, a compiere «un gesto politico che confermi l'impegno della Germania verso l'Europa», Kohl non si è accontentato ieri delle mezze misure. In un colloquio ricco di simbolismi, ma in cui è stata anche affrontata un'analisi tecnico-politica di tutti i problemi legati all'unificazione tedesca, e che egli stesso ha definito «estremamente aperto, in un clima di amicizia e di comprensione», Kohl è apparso in grande forma, sicuro di sé, conscio del ruolo che la storia europea gli ha voluto affidare. «Il processo per l'unità europea — ha detto — è come il Reno: magari cambia corso, ma finisce sempre in mare; e se qualcuno cercasse di fermarlo, strariperebbe e distruggerebbe tutto». Ha anche toccato i problemi della sicurezza europea. Mentre il ministro degli Esteri Genscher affermava a Lussemburgo, alla riunione ministeriale dell'Ueo, che le due alleanze de¬ vono trasformarsi in una coalizione comune di sicurezza collettiva e che il disarmo è la chiave tanto dell'unità tedesca quanto di quella europea, Kohl ha ammesso che la Nato dovrà trasformarsi, ma ha anche precisato che la Germania respinge qualsiasi ipotesi di smilitarizzazione e di neutralità e accetta invece «per qualche tempo» la presenza di truppe sovietiche nei territori dell'Est. La decisione finale sull'Oder-Neisse spetterà al Parlamento pantedesco, ha aggiunto, e per ora ci si dovrà accontentare di dichiarazioni separate delle due Germanie. Ma era l'Europa comunitaria, ieri, al centro della sua attenzione. Il vertice straordinario di Dublino, che il 28 aprile affronterà il tema specifico della riunificazione tedesca, rappresenterà Secondo Kohl «un messàggio per l'avvenire della Cee», in quanto il futuro della Germania e quello dell'Europa sono strettamente legati. Tutto ciò che avviene in Germania — ha precisato — è d'importanza geopolitica per i Paesi vicini, tutto quello che cambia può cambiare il volto dell'Europa: «Alcuni timori sono giustificati, altri no. In ogni caso nulla ci farà trascurare l'Europa. C'è una data importante, quella del 31 dicembre 1992: spero che in quel momento la Cee abbia 336 milioni di abitanti, cioè anche i tedeschi dell'Est». L'attuale processo tedesco — ha insistito il Cancelliere — deve avvenire «attraverso una collaborazione e una comunicazior-e molto stretta» con la Cee, attraverso «numerosi incontri» destinati a «ridurre disinformazione e malintesi». I Dodici non si allarmino: «Non vogliamo il quarto Reich, non vogliamo schiacciare nessuno, non siamo elefanti in un negozio di porcellana. Semplicemente vogliamo essere tedeschi europei ed europei tedeschi». Fabio Galvano

Persone citate: Delors, Helmut Kohl, Jacques Delors, Kohl, Konrad Adenauer