Kosovo, 500 avvelenati: nessuno dice perché

Kosovo, 500 avvelenati: nessuno dice perché JUGOSLAVIA Psicosi di massa tra gli albanesi: si parla di un misterioso complotto organizzato dai serbi Kosovo, 500 avvelenati: nessuno dice perché Belgrado esclude l'ipotesi di un 'epidemia e rassicura Pristina ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Sono più di 500 i giovani albanesi ricoverati all'ospedale di Pristina, capoluogo del Kosovo, in seguito al misterioso avvelenamento di cui sarebbero stati vittime. Oltre agli studenti delle scuoie medie di Podujevo, Prizren, Lipljan e Urosevac, lo stesso malore ha colpito ieri i lavoratori albanesi di alcune fabbriche di Vucitrn. Svenimento, respirazione difficoltosa, crampi allo stomaco, mal di testa, arrossamento degli occhi e della gola sono i sintomi dell'avvelenamento collettivo. Le prime analisi del sangue e delle urine hanno escluso la presenza di sostanze tossiche e i segni di un contagio. E come ha stabilito il resoconto del ministero federale della Sanità, non si tratta né di malattia infettiva, né di epidemia, né di avvelenamento dovuto a cibo o acqua contaminati, ma non viene spiegata la causa del malore. Intanto la situazione nel Kosovo diventa di ora in ora più drammatica. Le vie di accesso a Pristina sono ingorgate dalle auto che trasportano i malati e che riescono a passare a stento attraverso i cordoni di gente ammassata lungo le strade. Malgrado gli appelli delle autorità della regione e dell'opposizione, che invitano a mantenere la calma, la psicosi da avvelenamento sta dilagando, insieme alla protesta degli albanesi. Dall'altro canto, il passaggio delle auto con a bordo i pazienti ha scatenato la reazione dei serbi e montenegrini di Kosovo Polje, causando scontri tra i due gruppi etnici. La tensione era esplosa il giorno prima a Podujevo, dove gruppi di albanesi avevano picchiato alcuni studenti serbi, accusati di aver causato l'avvelenamento dei loro compagni. Le circostanze tuttora poco chiare dell'avvelenamento, che ha colpito solo un'etnia nel Kosovo, hanno dato origine a supposizioni di ogni genere. Mentre i genitori albanesi chiedono la protezione delle vite dei loro bambini, avvelenati da un misterioso gas tossico, i giornali serbi parlano di «ennesima provocazione dei separatisti albanesi che avrebbero inscenato un'epidemia di massa». Nel Kosovo molti sostengono la tesi della guerra chimica. Un gas sarebbe stato immesso nelle aule scolastiche. Il fatto che le vittime siano solo studenti albanesi si spiega con le lezioni separate per i bambini serbi e montenegrini, misura di sicurezza introdotta nelle scuole della regione su richiesta dei genitori non albanesi. I primi, casi di avvelenamento sono stati riscontrati sei giorni fa, ma le autorità non hanno reagito alle segnalazioni. Ieri sono rimaste chiuse tutte le scuole' della regione. I dirigenti del pc della regione hanno rilasciato un comunicato in cui dicono che nell'affare sono immischiati i separatisti albanesi, gli ideatori eli quella guerra che vuole raggruppare tutti gli albanesi sul piano nazionale per portarli allo scontro definitivo con gli altri popoli del Kosovo. I rappresentanti dell'opposizione hanno invece condannato questo attacco contro la popolazione albanese. Numerose proteste sono giunte da altre località. L'associazione delle donne albanesi del Kosovo ha lanciato un appello all'Unicef, perché protegga i loro bambini. Dopo quel che è accaduto, chiedono che una commissione di questa organizzazione internazionale venga nel Kosovo per accertare la verità. ingrid Badurina