Strage di Katyn

Strage di Katyn Strage di Katyn «Mosca ammetterà tutto» VARSAVIA. L'Unione Sovietica riconoscerà prossimamente la sua responsabilità per il genocidio dei 4.500 ufficiali polacchi assassinati nel 1940 nella foresta di Katyn. Lo scrive il quotidiano del partito socialdemocratico polacco «Trybuna» citando Serghei Kharlamov, uno storico sovietico. Durante un incontro tenuto a Varsavia nella Casa della cultura sovietica, Kharlamov ha annunciato che in occasione del 50° anniversario dell'eccidio (nel prossimo aprile) la commissione che indaga sui criini staliniani pubblicherà un comunicato ufficiale, riconoscendo per la prima volta la responsabilità sovietica per Katyn. Da parte sua lo storico ha affermato d'aver trovato negli archivi della Camera militare della Corte suprema sovietica documenti che confermano senza alcun dubbio la responsabilità della polizia segreta di Stalin. Da 50 anni l'Unione Sovietica rifiutava di riconoscere la propria responsabilità per l'assassinio degli ufficiali polacchi attribuendola alla Wehrmacht tedesca, che nel 1943 aveva sco¬ perto nella foresta di Katyn (in Bielorussia, zona di Smolensk) fosse comuni con circa 4 mila 500 corpi di militari polacchi, già detenuti nel campo di Kozielski. Nonostante le testimonianze e opinioni di storici indipendenti, sia polacchi che stranieri, anche il potere comunista polacco sosteneva la tesi sovietica. Una commissione mista polacco-sovietica, composta da storici dei due Paesi comunisti e creata dopo la visita di Gorbaciov in Polonia nel 1988, non è giunta a conclusioni definitive non avendo ottenuto l'accesso agli archivi sovietici. Ieri il Parlamento polacco ha ribadito il suo appello all' Urss a far piena luce sulle sorti dei militari polacchi prigionieri di guerra. «In nome del rispetto della verità, sulla quale dovrebbero basarsi le relazioni polacco-sovietiche», i deputati invitano le autorità di Mosca a emettere senza indulgiare «dichiarazioni sui motivi del crimine, sulle sue circostanze, nonché i nomi dei responsabbli». [Ansa]

Persone citate: Gorbaciov, Serghei Kharlamov, Stalin

Luoghi citati: Bielorussia, Mosca, Polonia, Unione Sovietica, Urss, Varsavia