Estonia, il pc decide lo strappo di E. S.

Estonia, il pc decide lo strappo Estonia, il pc decide lo strappo E Tallinn incalza sulla via dell'indipendenza MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Anche l'Estonia sta per sfidare il Cremlino. Il XX Congresso del partito comunista locale, che si è aperto ieri a Tallinn, dovrebbe sancire la rottura definitiva con il vertice moscovita del pcus. E l'affermazione d'indipendenza politica del pc estone dovrebbe aprire la strada al passo successivo: l'avvio della secessione anche nella più piccola delle tre Repubbliche baltiche, dove le forze indipendentiste sono già maggioranza nel nuovo Parlamento eletto domenica scórsa. Per la sua particolare realtà etnica — gli abitanti di origine russa rappresentano il 28 per cento della popolazione — l'Estonia, probabilmente, non riuscirà a bruciare le tappe del recupero della sovranità nazionale come ha fatto la Lituania. Dovrà trovare un itinerario più lungo, ma non per questo la sua sfida è meno pericolosa per Mosca. E' 1'«effetto-domino» della disgregazione dell'impero sovietico che si mette in moto. Per di più, con un punto di par¬ tenza molto amaro per Gorbaciov: è proprio il partito comunista estone ad ammettere di avere sbagliato finora nel seguire le direttive del centro. Il progetto di risoluzione politica letto ieri dal segretario del pc, Vaino Valjas, afferma che «sono stati commessi molti, gravi errori» e che la loro causa è una sola: «Il partito comunista estone non è mai stato forza politica indipendente, ma soltanto un'organizzazione regionale incorporata e soffocata nel pcus». E' la dichiarazione d'indipendenza politica. Come programma futuro, il pc estone afferma di «rifiutare modelli utopici» per accettare i principi del socialismo democratico e afferma anche che «la creazione di uno Stato estone indipendente» fa parte della sua strategia. Sui meccanismi per raggiungere l'indipendenza, l'analisi dei comunisti estoni è più prudente. Nel documento congressuale si accenna ad un referendum e a negoziati con l'Unione Sovietica. Ma la discussione è aperta. C'è anche chi prevede che l'attuale leadership del partito — il segretario Vaino Valjas e l'ideologo Miik Tiitma — potrebbe lasciare il posto ad un esponente dell'ala più marcatamente indipendentista, come il responsabile del pc di Tallinn, Enn-Arno Sillari. In questo caso i tempi della sfida a Mosca potrebbero essere accelerati. In ogni caso, già appare inevitabile una scissione all'interno del partito con l'uscita — sull'esempio lituano — della tendenza dei fedelissimi di Mosca che, in Estonia, sono guidati dal «numero due» del pc di Tallin, Panfilov. Quando i nuovi equilibri interni del partito comunista estone saranno definiti, si potrà anche misurare l'esatto rapporto di forze nel Parlamento locale che potrebbe rivelarsi decisivo al momento di una eventuale dichiarazione d'indipendenza. 1105 seggi del Soviet estone sono stati tutti assegnati al primo turno elettorale di domenica scorsa. Soltanto 27 deputati fanno parte del gruppo filo-sovietico «Blocco internazionale», che è assolutamente contrario all'uscita della Repubblica dall'Unione Sovietica. Tutti gli altri (pari al 75 per cento del totale) appartengono ai due grandi gruppi: «Estonia libera» e «Fronte popolare», che raccolgono schieramenti diversi, dai socialdemocratici di Mariu Lauristin, ai Verdi, ai comunisti non filo-sovietici. Tra tutte le tendenze, i comunisti hanno 61 deputati nel nuovo Parlamento estone e le loro scelte di campo peseranno sulla prossima mossa della sfida al Cremlino. La prima riunione del Soviet repubblicano a Tallinn è in programma per il 25 aprile. C'è un mese esatto per definire le strategie ed è molto probabile che gli sviluppi del braccio di ferro tra Mosca e la Lituania influenzeranno il comportamento degli estoni. La prudenza con cui a Tallinn — ed anche a Riga, capitale della Lettonia — si gioca questa fase della partita dipende in gran parte proprio dalla crisi lituana: le altre Repubbliche baltiche attendono col fiato sospeso quello che accadrà a Vilnius. Ma, a Mosca, si attende col fiato sospeso quello che potrebbe succedere domani a Tallinn e a Riga. [e. s.]

Persone citate: Gorbaciov, Lauristin, Panfilov, Vaino Valjas