Bush ammonisce l'Urss

Bush ammonisce l'Urss Bush ammonisce l'Urss «L'uso della forza in Lituania si ritorcerà contro Mosca» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli Stati Uniti temono un colpo di mano dell'Urss in Lituania, oggi o domani, alla scadenza dell'ultimatum di Gorbaciov: forse l'arresto di alcuni leaders governativi, o una occupazione militare delle fabbriche e delle stazioni radio televisive. Per la seconda .volta in due giorni, Bush ha ammonito Gorbaciov che «il ricorso alla forza contro il popolo lituano si ritorcerebbe inevitabilmente contro chi lo fa», e lo ha esortato personalmente attraverso canali privati ad avviare immediate trattative. Il senatore Kennedy, che ha discusso col Presidente alla Casa Bianca, ha inoltre annunciato che partirà stamane d'urgenza per Mosca con un messaggio del Congresso per il Soviet Supremo. Secondo la televisione Cnn, le comunicazioni tra Washington e Vilnius sono state tutte interrotte. La Casa Bianca è entrata in allarme dopo che il Cremlino ha ieri ordinato ai diplomatici (due si trovavano in Lituania) e ai giornalisti stranieri di lasciare Vilnius entro 12 ore. Bush ha espresso tuttavia la speranza che la crisi rientri. «Secondo il vostro consigliere - gli ha ricordato - ci sono voci di un possibile colpo di scena oggi in Lituania». «Per ora non prevedo una crisi durante il week-end» ha ribattuto il Presidente smentendo le voci solo a metà. «Spero di no. Per questo continuerò a premere per una soluzione pacifica del problema. Sono confortato dalle assicurazioni date da Shevardnadze. Ma la tensione è notevole». Il crescente allarme degli Stati Uniti è rispecchiato in una mozione plebiscitaria del Senato americano sulla Lituania e in ima secca conferenza stampa di Bush. In risposta all'appello dei lituani, il Senato ha ieri esortato il Presidente (la mozione è stata approvata con 93 voti a 0) a «prendere in esame la richiesta di riconoscimento della Lituania». Bush ha rifiutato dicendo che occorrono «realismo e buon senso» e che gli Stati Uniti «non faranno nulla che renda più difficile il compito dei lituani». Ma ha aggiunto subito che «i coraggiosi uomini e le donne della Lituania hanno espresso la volontà di ristabilire la sovranità della loro repubblica e gli Stati Uniti sono al loro fianco e ne appoggiano il diritto all'autodeterminazione». «L'Urss - ha concluso Bush può tutelare i suoi interessi solo negoziando col governo lituano». Né il Presidente né il Congresso hanno precisato sene quali misure prenderebbero contro l'Urss qualora fallisse il loro tentativo di mediazione a favore della Lituania. Nella sua mozione, il Senato ha ammonito Gorbaciov che un intervento militare «danneggerebbe gravemente i rapporti Est-Ovest». Ma Bush si è mostrato più cauto, insistendo che un chiarimento è ancora possibile nei colloqui tra il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze e il segretario di Stato Baker in programma a Washington il 5 e 6 aprile. Scowcroft ha lasciato inoltre capire che per il momento gli Stati Uniti dovrebbero anteporre alla difesa dell'indipendenza lituana la distensione nell'Europa dell'Est, l'unificazione delle due,Germanie, il disarmo, e il successo della glasnost e della perestrqjka nell'Urss. A giudizio dell'ex consigliere della Casa Bianca Robert Hunter, infine, «a Gorbaciov non è sfuggito che Bush ha continuato il dialogo con la Cina anche dopo la repressione di Piazza Tienanmen». Ennio Caretta