Contro il terrorismo Italia '90 copierà le misure di Seul '88
Contro il terrorismo Italia '90 copierà le misure di Seul '88 A Zurigo i et e i capidelegazione Contro il terrorismo Italia '90 copierà le misure di Seul '88 ZURIGO DAL NOSTRO INVIATO Lobanowski si commuove parlando di Jascin, Lazaroni confida ridendo «Non vi dico quali offerte mi hanno fatto dall'Italia» e Vicini si preoccupa per l'avanzata dei nostri club in coppa. Sarà l'ultima occasione, questa del seminario Fifa sul mondiale, oggi e domani a Zurigo, per vedersi da amici prima della battaglia di Italia '90. Chi manca, come Nepoumniachi (Camerun), Libregts (Olanda) o Gansler (Usa), è perchè non si fida a lasciare per un attimo la panchina: al ritorno potrebbe trovarla occupata. Manca anche Carlos Alberto, allenatore del mese sull'inquieta panca degli Emirati Arabi. Arriverà all'ultimo momento Beckenbauer, con l'unica proposta di innovazione regolamentare, la possibilità di portare in campo per le tre sostituzioni tutte le undici riserve. Vicini è d'accordo e con lui quasi tutti. Ma non si discuterà solo di regolamento. Nel chilometrico ordine del giorno si va dalle norme antidoping alle raccomandazioni agli arbitri, ai rapporti con la stampa accreditata. La relazione introduttiva sarà di Montezemolo: dovrà rispondere ai molti interrogativi sui ritardi nei lavori negli stadi, soprattutto a Roma. La Fifa chiede tra l'altro quando potranno finalmente esser messi in vendita i biglietti della finale. Il vero nodo della discussione è però la sicurezza. Italia '90 si avvia a copiare gli efficienti sistemi di controllo che hanno accompagnato i Giochi di Seul. La Fifa non ha mai nascosto di considerare l'Italia un paese «a rischio» fin dall'ottobre 1983, data della prima lettera sul tema spedita dal massimo organismo calcistico al nostro governo. Da allora la situazione politica s'è alleggerita di tensioni, ma il rischio che il mondiale possa entrare nel mirino di gruppi terroristici è tutt'altro che scongiurato e ora preoccupa gli organizzatori più dello sbarco degli hooligans. Per questa ragione la Fifa ha inviato già oggi in Italia il suo massimo esperto in questioni di sicurezza, il tedesco Horst Schmidt, e ha invitato il ministero dell'Interno ad allargare sensibilmente l'ombrello protettivo aperto su Italia '90, dagli stadi ai centri nevralgici quali aereoporti, stazioni e ritiri delle squadre. I controlli automatici e personali saranno intensificati ovunque, non solo nelle sedi calde di Cagliari e Palermo. Intorno agli stadi i sistemi di sicurezza, con due barriere di controllo, saranno attivati tre ore prima delle partite e una prima dell'apertura dei cancelli. In generale la Fifa ha comunque espresso soddisfazione per le garanzie ricevute da Gava. Sugli altri punti, accordo generale. Largo spazio viene dedicato alle raccomandazioni agli arbitri, che saranno catechizzati nel raduno di Tirrenia (26-28 marzo), con l'invito a stroncare il gioco duro e a prestare attenzione ai falli di mano. Infine, sul doping, massima severità e sorteggio durante la partita. Vicini intanto ha confermato la convocazione di Sobillaci. Boniperti, all'esordio come capodelegazione, è sembrato già perfettamente nel ruolo: s'è lasciato solo sfuggire un rimpianto «da tifoso» per la sconfitta della Juve con l'Amburgo. La delegazione italiana è al solito molto robusta, 37 persone: 18 del Col romano, gli 11 segretari dei comitati locali e gli 8 della federazione. [c.mal.]
Persone citate: Beckenbauer, Boniperti, Carlos Alberto, Gava, Horst Schmidt, Jascin, Lazaroni
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