L'Italia offre un gasdotto a Praga di Stefano Lepri
L'Italia offre un gasdotto a Praga Visita di Ruggiero, la Cecoslovacchia vuole uscire dalla morsa Germania-Urss L'Italia offre un gasdotto a Praga Contratti in vista per Cogefar, Selenia, Marzotto PRAGA DAL NOSTRO INVIATO La Cecoslovacchia, per sfuggire all'abbraccio della Grande Gerr mania, molto probabilmente aderirà alla cooperazione quadrangolare Italia-Austria-TJngheria-Jugoslavia. Per dare sostanza materiale all'accordo, e per disancorare la Cecoslovacchia dalla sudditanza energetica verso l'Urss, il ministro italiano del Commercio estero. Renato Ruggiero, propone di far arrivare fino a Praga il raddoppio imminente del gasdotto algerino. Molti altri affari sembrano possibili con questo, che tra i Paesi rivoluzionati dell'Est europeo è quello con la miglior base industriale per un veloce ritorno allo sviluppo; e che si prepara a entrare a gonfie vele nel Fondo Monetario Internazionale forse già quest'anno e con una quota importante. Praga sarà danneggiata dall'imminente unificazione monetaria tedesca; e comunque non intende legarsi di vincoli troppo stretti con l'industria tedesco-federale, già presente in forze anche troppo ampie. Per esempio, arrivando a Praga, il ministro Ruggiero ha scoperto che il governo cecoslovacco è freddissimo verso la proposta di collaborazione tra Skoda, maggiore industria di auto e meccanica del Paese, e Volkswagen, anche se, nei giorni scorsi, il presidente Cari Hahn l'aveva quasi data per accolta. Forse sarà la Renault ad aggiudicarsi l'affare, forse i coreani, forse (e più probabilmente) un altro contendente ancora misterioso. Praga avrebbe gradito anche un'offerta Fiat. L'azienda torinése ha risposto ieri di considerare la Cecoslovacchia uno dei Paesi «che rivestono maggiore interesse» e di essere pronta ad esaminare «tutte le proposte riguardanti i settori in cui essa opera. I cecoslovacchi sono dunque benissimo disposti; il guaio è che finora sono apparsi disposti a poco. Il nuovo governo uscito dalla rivoluzione non violenta di novembre si è trovato a capo di una economia ben lontana dal collasso polacco e poco indebitata a differenza dell'Ungheria; si è mosso senza fretta sulla via dell'economia di mercato, pur non avendo dubbi sulla necessità di imboccarla. Ma forse il passo dei cambiamenti sta accelerando. Così è parso negli incontri del ministro Ruggiero con il primo ministro Marian Calfa e con il giovane vice primo ministro incaricato della pianificazione, Vladimir Dlouhy. Per la visita di Calfa a Roma, tra una settimana, forse il Parlamento federale e quelli ceco e slovacco avranno già approvato le nuove leggi sull'iniziativa privata, e avviato l'esame delle norme sulle joint-ventures. Certo, il governo cecoslovacco rimane paurosissimo di indebitarsi. Potrebbe, perché ottiene sui mercati internazionali tassi favorevoli, ma non vuole. Molti progetti presentati dalle industrie italiane interessano, forse non per tutti ci sono i soldi. Le assolute priorità di Praga sono la ristrutturazione dell'industria chimica e il disinquinamento. Quindi l'energia, le telecomunicazioni, il turismo. Tra gli affari di cui si parla ci sono l'ammodernamento dell'aeroporto di Praga (Impresit-Cogefar), i radar per il traffico aereo (Selenia), l'abbigliamento (Marzotto). Hanno già concluso accordi Lombardini (motori) e Montedison. La fornitura di gas algerino è ovviamente in concorrenza con il gas tedesco. Finora il pesantissimo legame energetico con l'Urss (quasi la metà del fabbisogno cecoslovacco) è stato mantenuto anche perché comportava costi molto bassi. Ora, nello svincolarsi, Praga è spinta non solo da motivi politici, ma anche economici: il gas sovietico potrebbe costare più caro o ridursi di quantità. D'altra parte, la Cecoslovacchia vuole trovare nuovi sbocchi alla sua forte, benché spesso antiquata, industria metalmeccanica, che finora ha lavorato al 70% per l'Urss; e così è stato accolto benissimo l'impegno unilaterale dell'Italia a eliminare a giugno ogni contingentamento alle importazioni, anche se la Cee non sarà stata capace di decidere. Potranno arrivare in Italia, tra l'altro, auto Skoda in più: per quanto all'Italia sembri piccola, è stata ritenuta dalla Cecoslovacchia una concessione di buon auspicio; visto che occorre prepararsi a un pericolo: nel momento in cui il commercio con l'Urss verrà convertito ai prezzi internazionali, l'onere sarà di un miliardo di dollari in più all'anno. Stefano Lepri
Persone citate: Calfa, Hahn, Lombardini, Marian Calfa, Renato Ruggiero, Vladimir Dlouhy
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