Il presidente Rai accusa Rete Tre

Il presidente Rai accusa Rete Tre Le riprese di «Che cosa succede», effettuate «contro le regole aziendali» Il presidente Rai accusa Rete Tre Sospeso da Pqsquarelli il programma di Biagi ROMA. Un divieto preciso e un rimprovero pubblico sono stati rivolti ieri dalla direzione generale della Rai ai responsabili della terza rete. Il neo direttore dell'azienda di Stato Gianni Pasquarelli è sceso in campo per sospendere la programmazione di «Che cosa succede», serie di incontri con personaggi della politica, dell'economia e della cultura, condotti da Enzo Biagi a Verona e organizzati dalla ditta farmaceutica Glaxo. Raitre, che aveva già mandato in onda l'anno scorso un primo ciclo di dibattiti, aveva ottenuto dalla ditta organizzatrice l'autorizzazione a riprendere gratuitamente gli eventi. Quasi un mese fa, il 28 febbraio, era andata in onda alle 22,30 la prima delle sei serate in programma: da una parte il pubblico, dall'altra Biagi che intervistava Ciriaco De Mita, Giorgio La Malfa, Renato Zangheri. Le polemiche sull'iniziativa erano scoppiate subito: in Commissione di vigilanza e in consiglio d'amministrazione, prota- gonisti soprattutto il portavoce del psi Ugo Intini, il senatore comunista Emanuele Macaluso e il socialdemocratico Filippo Caria. Durante la ripresa dell'incontro di Biagi era apparsa sul video la scritta «Glaxoconference» e questo era stato il primo e il più forte tra i motivi di polemica. Si era parlato cioè di «sponsorizzazioni gratuite», effettuate dalla Terza rete senza regolare contratto e senza preventivi accordi con la Sipra, la società incaricata della raccolta di pubblicità per i programmi Rai. Altri politici avevano fatto poi notare che la trasmissione presentava caratteri troppo simili a quelli delle tribune politiche. Il presidente della Commissione di vigilanza sull'ente di Stato Andrea Borri aveva scritto a questo punto una lettera ai vertici Rai per avere chiarimenti. E stavolta la risposta è arrivata chiara e tempestiva: «La direzione generale della Rai - si legge nel comunicato diffuso ieri - ha esaminato il caso sollevato dalla trasmissione di Rai- tre "Che cosa succede". Poiché la ripresa del programma, previsto in sei puntate, è stata effettuata contrariamente alle regole aziendali, senza alcun contratto, il direttore generale della Rai ha deciso la sospensione delle riprese e ha richiamato le strutture aziendali ad un puntuale rispetto delle procedure». I responsabili di Raitre haxmo fatto sapere che cercheranno di «risolvere il vizio contrattuale» e valuteranno solo in seguito l'eventualità di trasmettere gli altri appuntamenti della serie. Per il momento salta quello fissato per mercoledì 28, protagonisti, con Biagi, il commissario straordinario delle Ferrovie Schimberni, il sindaco di Milano Pillitteri e il presidente della Montedison Gardini. Ma la polemica non si fermerà qui: Enzo Biagi che ieri si trovava a Varsavia, impegnato nella preparazione del suo nuovo programma, ha fatto sapere di aver seguito da vicino la vicenda. E di essersi regolato di conseguenza, in modo da tute¬ lare la propria immagine, eventualmente, anche sul piano giudiziario. «Per quanto mi riguarda - ha detto il giornalista attraverso il suo ufficio stampa l'insieme della questione è nelle mani degli avvocati Mario Casella, Ludovico Isolabella e Cesare Rimini che valuteranno gli eventuali aspetti penali e civili». Contro il provvedimento del direttore generale, che inevitabilmente apre un fronte di contestazioni nel delicatissimo settore delle sponsorizzazioni dei programmi tv, ha tuonato ieri il consigliere d'amministrazione comunista Bernardi. «Si è voluto dare rilievo pubblico e significato politico a questa vicenda, creare un caso, compiere un atto grave, che non ha precedenti. Le motivazioni addotte appaiono discutibili, pretestuose. Non si capisce bene se si sia voluto compiere un atto di forza contro la rete o contro Biagi, forse per soddisfare l'astio che nei suoi confronti nutrono uomini politici della maggioranza di governo». [f. e]

Luoghi citati: Milano, Roma, Varsavia, Verona