I partiti si schierano con Cossiga
I partiti si schierano con Cossiga La reazione più dura è stata di Craxi: «Fortunatamente questo Consiglio è scaduto» I partiti si schierano con Cossiga «Il Csm ha bisogno di nuove regole» ROMA. La reazione più dura è stata quella di Bettino Craxi. I rapporti tra il segretario del psi e la magistratura non sono mai stati idilliaci; ma questa volta l'operato del Consiglio Superiore, che ha ignorato il monito del Capo dello Stato, ha fatto proprio infuriare Craxi. «Ricordo che il Presidente della Repubblica si è trovato spesso nella necessità di difendere la libertà dei giudici dall'invadenza incostituzionale di un Csm fortunatamente ormai scaduto». Questo il giudizio espresso dall'ex presidente del Consiglio in apertura della conferenza programmatica del psi, a Rimini. Il leader socialista è andato anche oltre, auspicando per il Csm non solo «una nuova legge elettorale», ma addirittura «una buona riforma che, probabilmente non si farà». Ma quello di Craxi non è stato il solo consenso manifestato verso l'iniziativa di Cossiga. La de è intervenuta per bocca del suo responsabile del dipartimento problemi dello Stato, on. Vincenzo Binetti. In un articolo che appare stamattina sul «Popolo», Binetti scrive che la sollecitazione di Cossiga si riferisce specialmente alla funzione del Csm di organo di garanzia dell'indipendenza della magistratura. Il messaggio, dunque, «va interpretato come un invito al Csm ad un supplemento di responsabilità». «Non è vero prosegue la nota - che si voglia normalizzare la magistratura: più semplicemente si vogliono cambiare regole elettorali che in concreto hanno alimentato un vero e proprio ceto politico dei giudici, con implicazioni negative sul lavoro dello stesso Consiglio». Binetti conclude affermando che il messaggio del Capo dello Stato ha come destinatarie anche le forze politiche, «affinché si astengano da ogni tentazione di minaccia» alla indipendenza della magistratura. Anche l'organo del pri affronta l'argomento della crisi istituzionale fra Quirinale e Csm. Secondo «La voce repubblicana», «l'iniziativa del Capo dello Stato riveste molta importanza perché si riferisce al delicatissimo tasto dell'equilibrio tra rispetto delle libertà individuali ed i doveri che discendono al magistrato per la sua funzione». Il giornale fa notare che «il Presidente ha inteso riaffermare che è prerogativa del legislatore disciplinare una tale questione». «Da tempo - ricorda l'articolo - pende presso le Camere un disegno di legge di iniziativa repubblicana che propone il divieto di iscrizione ai partiti politici per i magistrati». E conclude che spesso si è assistito a casi in cui «la necessaria separatezza delle funzioni ha finito con il lasciare il passo a situazioni estremamente gravi, in cui non è mancato il sospetto che vi fossero politici che facevano i giudici e giudici che facevano i politici». Di «crisi della magistratura» parla il segretario del msi. In una dichiarazione, Pino Rauti sostiene che il messaggio di Cossiga affronta una serie di problemi, «tutti gravi, anche perché a nessuno di essi si è mai voluto porre riparo». Rauti ha ribadito il concetto secondo cui tra i fenomeni più insidiosi del degrado in atto vi è quello della politicizzazione della magistratura. Ma ancora peggiore, secondo il segretario del msidn, il problema della adesione dei giudici alla massoneria, che impone ai suoi associati giuramenti e vincoli associativi incompatibili con le funzioni del magistrato. Roberto Savasta, del pli, valuta positivamente l'intervento di Cossiga, mentre il sottosegretario alla Giustizia, sen. Silvio Coco, definisce «importantissimo» il messaggio di Cossiga, perché «ribadisce con chiarezza U principio che diritti e doveri dei magistrati sono regolati dalla legge e non dalla volontà e dai capricci del Consiglio Superiore o dal protagonismo di alcuni suoi componenti». Critica, col Presidente della Repubblica, la posizione di dp, che definisce la lettera di Cossiga una «gravissima interferenza nei confronti del Csm». La segreteria di dp non condivide la «censura» del Presidente, secondo cui il divieto di adesione alla massoneria «si configurerebbe addirittura come una limitazione della libertà di coscienza e di pensiero». {f. 1.1.] La riunione di ieri al Csm presieduta da Mirabelli, a sinistra nella foto
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