L'ora legale non si tocca di F. Gal.

L'ora legale non si tocca La Cee cerca di frenare i malumori francesi: «Parliamone» L'ora legale non si tocca Il commissario europeo: «La direttiva va rispettata fino al 1992» Ma è stata aperta un'indagine su vantaggi e inconvenienti della misura BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una guerra sull'ora legale? I malumori di Parigi, che minaccia di rinunciarvi adducendo motivi medici, si scontrano con la fermezza organizzativa e burocratica della Cee. L'ora legale/dice Bruxelles, è un impegno comune dei partner comunitari; se ne può discutere, ma bisogna mantenere gli impegni. E in ogni caso sarebbe bene che i Dodici marciassero insieme, altrimenti sarebbe il caos per il sistema dei trasporti comunitari. Senza attendere che la Francia desse un contenuto formale alle sue minacce, scaturite da un sondaggio pubblicato martedì, il commissario europeo Karel Van Miert è sceso ieri in campo con una tempestività degna forse di miglior causa. «La direttiva comunitaria che riguarda l'ora legale - ha precisato in una dichiarazione scritta, per troncare sul nascere la «rivolta» francese - è applicabile fino al 1992». Ma la verità è che non solo i francesi comin¬ ciano a esprimere dubbi sull'utilità di quella misura, varata dall'Europa nel 1976, sull'onda dello choc petrolifero. Van Miert è quindi costretto ad ammettere che «la Commissione farà nuove proposte entro il 1991». Qualcosa, allora, cambierà? Si direbbe di sì: «Ho chiesto ai miei servizi - prosegue infatti il commissario, che è responsabile per la politica europea dei trasporti - di approfondire i vantaggi e gli inconvenienti dell'attuale sistema». Gli studi finora svolti da organismi indipendenti, egli afferma, «non hanno offerto conclusioni molto chiare», soprattutto per la difficoltà di isolare l'impatto dell'ora legale da altri fattori anch'essi determinanti economicamente e socialmente - nei campi dell'ambiente, della conservazione energetica, della vita scolastica, dell'organizzazione del lavoro, della salute pubblica e della circolazione stradale. In altre parole, pur opponendosi alla ribellione di Parigi, Bruxelles riconosce che l'utilità dell'ora legale resta an¬ cora da dimostrare. Non certo per quanto riguarda turismo e trasporti. Ed è su queste barricate che la Commissione Cee fa quadrato. «Per la Comunità e soprattutto per il grande mercato dei trasporti sostiene Van Miert - è essenziale mantenere un approccio unitario. Il moltiplicarsi di diversi sistemi orari, con cambiamenti in date diverse, metterebbe a rischio l'ordine e l'organizzazione dei trasporti transfrontalieri». Con danni e costi supplementari, egli precisa, per l'industria e per i consumatori. L'iniziativa francese ha mosso anche reazioni in Italia. Il premio Nobel Rita Levi Montanini ha detto: «Non vedo proprio in che modo l'ora legale possa danneggiare il sistema nervoso». E Alessandro Agnoli, direttore dell'Istituto di neuropsichiatria dell'università di Roma, ha aggiunto: «Lo slittamento di un'ora non può assolutamente modificare i ritmi circadiani. Per provocare problemi sono necessarie almeno sei ore». [f. gal.]

Persone citate: Alessandro Agnoli, Karel Van Miert, Montanini, Nobel Rita, Van Miert

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Italia, Parigi, Roma