L'esercito presidia Tirgu Mures

L'esercito presidia Tirgu Mures L'esercito presidia Tirgu Mures In Transilvanici è guerra etnica, sei le vittime BUCAREST. Sono almeno sei le vittime dei quattro giorni di violenze fra minoranza magiara e romena in Transilvania: lo ha reso noto «Radio Bucarest», precisando che i feriti nei disordini di Tirgu Mures, a 400 chilometri dalla capitale, sono trecento. La situazione, precisa la radio, ò «ancora tesa». Nelle prime ore di ieri bande di teppisti armati di bastoni e catene hanno imperversato nel centro della città, circondata da truppe dell'esercito nel corso della notte per impedire che facinorosi di altre zone venissero a dar man forte agli estremisti delle due etnie. Poliziotti e soldati, armati solo di sfollagente, non sono però riusciti ad avere ragione degli scontri, nei quali erano state coinvolte martedì quattromila persone. Un testimone, Ioan Poi, ha raccontato che alcuni ungheresi lanciavano bombe incendiarie tra la folla, e di aver sentito colpi d'arma da fuoco, dei quali non è però stato in grado di indicare l'origine. I feriti sarebbero almeno duecento. Tra i ricoverati c'è il fotografo dell'«Associated Press» Kevin Harvey, di nazionalità britannica, picchiato e preso a bastonate. I disordini, i più sanguinosi dei quali si sia avuta notizia in questi anni, sono scoppiati sabato, quando una piccola folla ha assaltato una farmacia di Tirgu Mures sulla quale era affissa un'insegna in ungherese; lunedì notte una banda romena ha attaccato la sede dell'associazione politica della minoranza magiara, che si batte per la tutela dei diritti degli ungheresi di Romania. In città è giunta anche una commissione d'inchiesta governativa incaricata di accertare le responsabilità dei disordini; rinforzi di truppe sono stati fatti affluire dalle zone vicine. Intanto, il Consiglio di Unità nazionale è riunito in sessione straordinaria per decidere quali iniziative assumere nel tentativo di sedare i disordini. Mentre il governo provvisorio romeno ha esortato la popolazione alla calma, quello ungherese ha chiesto alle Nazioni Unite di offrire una mediazione per riportare l'ordine nella regione. II vicepresidente romeno Cazimir Ionescu ha attribuito alla rinascita della «Guardia di Ferro» fascista la paternità delle violenze. Secondo Ionescu, a Tirgu Mures sono stati trovati volantini firmati da questo gruppo clandestino, che incitano alla sedizione. La Guardia, potentissima in Romania tra gli Anni Trenta e Quaranta, proclamava la necessità di preservare l'integrità della razza, e chiedeva l'espulsione di tutti gli «stranieri», a cominciare dagli ebrei. «Il momento è venuto», si legge nei volantini. «Si tratta di un movimento che punta a creare il panico, ma non sappiamo esattamente quali siano i suoi obiettivi», ha spiegato il vicepresidente. «Hanno spaventato i romeni con l'idea che gli ungheresi vogliono riprendersi la Transilvania», ha aggiunto. E' dai primi giorni successivi alla Rivoluzione di Natale che la Romania è inondata da materiali di propaganda firmati dalla Guardia di Ferro, nei quali si reclama il rimpatrio delle minoranze romene di Jugoslavia, Ungheria e Urss, e l'espulsione dei non romeni dal territorio nazionale. Decine di migliaia d'ungheresi con torce e bandiere nazionali hanno manifestato l'altra sera a Budapest per protestare contro le violenze anti-magiare in Transilvania. Nel corso del corteo, il leader dell'opposizione Gaspar Miklos Tamas ha esortato i leader romeni ad agire immediatamente contro «le bande fasciste» in Transilvania. «Noi — ha aggiunto — possiamo promettere una cosa: non rimarremo inerti a guardare i nostri fratelli ungheresi maltrattati in Transilvania». Il ministro degli Esteri ungherese Gyula Horn ha convocato l'ambasciatore di Bucarest al quale ha espresso formale protesta per i fatti di Tirgu Mures paragonandoli ad un «pogrom» ed accusando l'esercito di essere rimasto a guardare. I leader della minoranza etnica ungherese, da parte loro, accusano l'organizzazione della destra nazionalista romena «Vatra Romanesca» (terra romena) di aver organizzato le violenze, trasportando migliaia di militanti con i camion a Tirgu Mures. «Vatra Romanesca» è stata creata il 25 dicembre, data dell'esecuzione di Nicolae Ceausescu, per salvaguardare, secondo quanto affermano i suoi sostenitori, la cultura nazionale romena. [Agi-Ap-Ansa-Reuters)