«Un covo di spie il Parlamento Ddr» di Tito Sansa

«Un covo di spie il Parlamento Ddr» Denunce soprattutto contro la de (con la quale i socialisti ora non escludono intese) «Un covo di spie il Parlamento Ddr» L'Inquirente: molti deputati ex agenti della Stasi BERLINO EST DAL NOSTRO INVIATO Molti dei 400 deputati eletti domenica nel primo Parlamento democratico della Ddr avrebbero collaborato per anni con la «Stasi», il servizio segreto del regime stalinista, e alcuni di loro fornirebbero tuttora informazioni al controspionaggio della Germania federale. Lo ha rivelato ieri il plenipotenziario del governo per lo scioglimento della «Stasi», Werner Fischer, precisando che vi sono numerose denunce «da prendere molto sul serio» perché vengono da ex agenti segreti e sono in parte confermate dal controspionaggio della Germania federale. Uno degli informatori è quell'ufficiale, rivelatosi attendibile, che ha indicato come spia il candidato democristiano alla carica di primo .ministro, Wolfgang Schnur, costretto a dimettersi. Gli agenti segreti del deposto regime — secondo Fischer — si troverebbero «non soltanto nell'Alleanza per la Germania (il gruppo conservatore che ha trionfato nelle elezioni di domenica), ma anche nel partito socialdemocratico, in quello ex comunista e forse anche nei gruppi civici di opposizione». Il parroco evangelico Rainer Eppelmann ha rincarato la dose, rivelando che ben 40 dei 56 deputati del distretto di Erfurt figurano nelle liste della «Stasi» e che sull'attività spionistica di quattro di essi «non esistono dubbi». Si tratta comunque di un'informazione poco attendibile, in quanto risulta che i deputati di Erfurt sono soltanto 30. Spetterà ora ai 400 deputati della Volkskammer di decidere sul proprio destino. Così ha deciso ieri un giurì d'onore nominato in tutta fretta, del quale fanno parte rappresentanti del governo, della Chiesa evangelica, della tavola rotonda, della magistratura e della commissione per lo scioglimento della «Stasi». Entro le ore 17 di domani tutti i partiti e i gruppi rappresentati in Parlamento dovranno designare propri delegati per esaminare negli archivi segreti della «Stasi» il cur¬ riculum di ciascuno dei 400 nuovi deputati. «I partiti dovranno trarre le conseguenze», ha detto un portavoce. «Il Parlamento è sovrano, può decidere come vuole. Ma nell'interesse del Paese e del suo buon nome dovrebbe rendere noti i nomi di tutte le pecore nere. E' augurabile che i deputati, giudici di se stessi, epurino quelli che effettivamente hanno lavorato come agenti segreti». Già corrono alcuni nomi, sono quasi tutti di deputati dell'«AÌleanza per la Germania», sponsorizzata dal cancelliere di Bonn, Helmut Kohl. Ma i socialdemocratici — che ieri hanno temperato notevolmente il loro no a una coalizione con la de trasformandolo in semplice «raccomandazione» — e gli ex comunisti hanno messo le mani avanti, dicendo di non poter escludere che qualche «collaborazionista» si trovi anche nelle loro file. Dell'argomento si è occupato ieri a porte chiuse il governo ad interim di Hans Modrow, decidendo di lavarsene le mani, poiché è un affare della magistratura e del Parlamento stesso. Se ne sono occupati anche i maggiorenti della Chiesa evangelica poiché diversi indiziati ne farebbero parte. Il vescovo Forck e il capo del Concistoro, Stolpe, hanno informato il presidente della Germania federale, Richard von Weizsaecker, in visita privata a Berlino, pregandolo di intervenire per fare luce sull'eventuale attività dei deputati per il controspionaggio di Bonn. Un funzionario dell'Ufficio governativo per lo scioglimento della «Stasi» ha detto di non essere per nulla stupito per la diffusa attività spionistica nella Ddr. «La delazione fa parte della tradizione tedesca, viene premiata fin dai primi anni di scuola — ha detto —: così come l'omertà fa parte della tradizione italiana e in genere latina, e viene lodata. In un Paese come la Ddr, dove il capo dello spionaggio, Mischa Wolf, viene corteggiato nei salotti e la spia Guenter Guillaume che fece cadere il cancelliere Willy Brandt partecipa come invitato d'onore al gala elettorale, molti hanno considerato un onore di poter lavorare per la Stasi. Non se ne vergognano affatto». Domani pomeriggio dunque (se i partiti in Parlamento lo vorranno) si dovrebbero conoscere i primi nomi di colpevoli. «Non ho la minima idea di quanti possano essere», ha detto il plenipotenziario Fischer. Altri nomi di «collaborazionisti» sono stati fatti ieri dalla televisione della Ddr: sono quelli dei giudici del regime che inflissero severe pene a chi tentava di fuggire. Uno di loro, il democristiano Heinrick Toeplitz, è ora capo della commissione d'inchiesta sugli abusi di potere commessi dagli stalinisti. Tito Sansa