Preud'homme mette tutti in guardia

Preud'homme mette tutti in guardia Preud'homme mette tutti in guardia «Abbiamo insegnato a Juve e Inter come battere il Diavolo» PERO DAL NOSTRO INVIATO Trenta spettatori, 35' d'allenamento per il Malines poi shopping in centro; la vigilia di una partita è stressante ma non esageriamo, è sempre calcio. Soprattutto quando si ha la filosofia di questi belgi che preparano la partita col computer e che vanno in campo alleggeriti da un concetto: «Tutto quello che abbiamo fatto finora è di gran lunga superiore a quello che sognavamo. E non è finita: se superiamo indenni i 20' iniziali poi i problemi matureranno per il Milan». E' il pensiero di molti di questi giallorossi che arrivano da Malines, da un piccolo stadio che ha una casetta di legno tipo sette nani per segreteria. Con dirigenti che si arrabbiano se non sono invitati a pranzo, come succederà oggi a sette dei ventisette che si erano candida¬ ti per la tavola imbandita da Berlusconi. Taveggia alla vigilia dell'andata era stato chiaro: «Venti ospiti, soltanto venti ospiti» e loro a mandare una lista lunga di ventisette nomi. Forse non saranno altrettanto lunghi i lanci di Pi«ud'homme, il portiere della Nazionale che all'Heysel mise in difficoltà la difesa rossonera, «ma adesso sarà diverso, il Milan ha capito l'antifona e cercherà di farmi marcare. Ma noi abbiamo qualche altra sorpresa in serbo. Certo, se il Milan ha preso sei gol nelle ultime due partite significa che ha qualche problema: noi, forse, abbiamo mostrato a Juve e Inter quali sono i punti deboli dei campioni del mondo. Anche stavolta cercheremo di portarli allo scoperto. Io decisivo? No, nel Malines non c'è nessun giocatore determinante. Se funzioniamo tutti undici, allora sì che siamo decisivi». Preud'homme manda la sua solidarietà a Giovanni Galli e Pazzagli, non soltanto perché fa di professione il portiere, «ma in quanto ho vissuto anch'io quell'allucinante esperienza. E' successo allo Standard Liegi con Bodart allenatore. Alternava il sottoscritto e l'altro portiere ogni quattro partite. Alla fine non ne potevo più e me ne sono andato: ho accettato di trasferirmi a Malines anche se sulla carta poteva darmi meno soddisfazioni. Invece mi ritrovo lanciato verso le semifinali di Coppa Campioni». Wilfried «Fi» Van Hoof ieri non ha parlato, si era già stancato abbastanza nella conferenza stampa di lunedì sera, in impeccabile fiammingo, almeno così ci assicurano. Arrivato a Milano, sentita l'atmosfera ben diversa da quella belga, ha subito messo le mani avanti: «Temo due cose: i 70 mila tifosi del Milan e l'arbitro. E' uno svizzero, potrebbe anche farsi influenzare. Succede spesso nel calcio quando c'è un simile contorno di folla. Però siamo pronti a sfruttare la situazione: un Milan ridotto così non capita tutti i giorni. Se ha preso tanti gol ci saranno pure i motivi. Naturalmente non ci illudiamo, loro sono sempre i campioni del mondo. Il nostro problema sarà quello di resistere per i 20' iniziali quando i rossoneri organizzeranno un vero e proprio assedio alla nostra porta. Se incassiamo un gol, tutto diventerà difficile, altrimenti...». Il Malines non cambia squadra e tattica rispetto all'Heysel: Bosman e Wiemots saranno le punte, con De Wilde, Emmers e Versavel pronti ad inserirsi. Ecco perché il Milan dovrà stare molto attento alla tattica del fuorigioco: un momento di distrazione, com'è avvenuto spesso nelle ultime partite, ed i belgi sono pronti a castigare. La rapidità del loro contropiede è proverbiale: ha permesso di fare molte vittime in questa Coppa dei campioni. E poi mister «Fi», allenatore di ripiego, sembra impegnatissimo a volere fare risparmiare il suo presidente-padrone, John Cordier, noto per i miliardi guadagnati nell'elettronica ed altrettanto noto per le difficoltà che trova a tirarli fuori. Con la sua barbetta da lupo dei mari, col suo sguardo furbo, cercherà di incantare anche il Milan e di confermare così il tecnico venuto dal nulla, il secondo premiato con la panchina di Krol. Altro che Lucescu, Haan, Iordanescu, sino a ieri candidati al trasferimento a Malines: questo Vanhoof è bravo e costa poco. Dunque, anche lui stasera attende la sentenza; se il Diavolo non torna ad incutere paura, tutto è possibile, anche che San Siro si trasformi in un paradiso. Giorgio Gandorfi

Luoghi citati: Juve, Milano