La donna etrusca di Valentino

La donna etrusca di ValentinoPer il prossimo autunno-inverno le sfilate parigine del prèt-à-porter esaltano il lusso e l'abbondanza dei tessuti più preziosi La donna etrusca di Valentino Sugli abiti colori e simboli dell'antica civiltà PARIGI. Verrà il freddo alle soglie del 1991 e sarà una stagione fastosa. Se l'ampiezza di cappe e mantelli non lesina sul metraggio dei tessuti, che siano di fibre preziose non basta. Ogni stilista, l'esplosiva Lacroix, come il classicheggiante Scherrer li sostiene con la sofisticata bellezza di antiche tappezzerie, tappeti, paramenti ecclesiastici. L'accessorio intanto assume un ruolo essenziale, voce importante dell'esportazione francese è ingigantita o divertita presenza, anche inedita: pesanti anelli, da catena antineve, le cinture sui jeans in velluto delle ragazze di Chanel, la classica pochette a losanghe impunturate e manici in catenella, diventata bustina sui capelli; immense le spille da avambraccio da Lacroix. Il fremito di imperiali gioiellieri come Fabergé accende i tailleur Dior a liste interamente ricamate in oro e cristalli, è il trionfo dell'arte applicata quanto più lo stile del prossimo inverno, tradotto in lusso, si appoggia alle forme dello sport. Valentino non da ieri ha tratto dalla ricerca fra quella che una volta si indicava come arte minore, è risalito fino ai buccheri, ai vasi etruschi per regalarne i colori, terracotta e nero, avorio e marrone e i motivi alla sua raffinata collezione di inverno. I profili etruschi, i cavalli rampanti, i grafismi di greche e volute rivivono in applicazio¬ ni di raso marron su un montone dorato o ricamati in oro su cardigan e maglietta di pizzo marron. E' solo il simbolo di un modo di abbigliarsi che ama rimescolare i ruoli dell'ora e dell'occasione e affida alle camicette trasparenti, alle magliette ricamate, ai boa di seta, alle tasche a balze plissé, la sorpresa di una linea semplice, compatta: giacche in tessuto sportivo, in scozzese dai toni freddi, lunghe, asciutte sulla gonna breve. Valentino non smentisce mai la sua eleganza naturale, che anche nel movimento mantiene un'esile verticalità. Le tuniche lisce, piatte, si allungano sulla gonna a pieghe e le somigliano le giacche: nelle stesse lame di lunghi, avvolgenti mantelli raggiungono una gonna ricca, brillante e sostenuta, come bloccata nel suo gaudet o invece quella a digradanti balze in plissé fisarmonica. Il plissé, come già a gennaio nell'alta moda, è un motivo ricorrente nel prèt-à-porter di Valentino: plissé negli abiti, nascosti da giacche importanti, plissé nei larghi pantaloni in nero o in blu profondo, mentre le giacche si animano di risvolti in satin impunturati o di maniche in trapuntato. Soprattutto negli abiti da cocktail, quando i motivi etruschi, nero buccaro, ocra appaiono scomposti da plissé nei bagliori dei ricami in oro, ramato e marron. La camera sindacale della moda ha inaugurato un calmiere degli ormai vertiginosi costi orari delle top models: il risultato è stato l'assenza pressoché totale delle richieste professionalissime indossatrici e la comparsa di una nuova armata di ragazze di belle speranze. Da Chanel andavano così d'accordo con il richiamo della collezione alle ventenni di ricco lignaggio da sembrare che Lagerfeld le avesse scelte apposta, per inviarle a passo di carica in passerella con pantaloncini da ciclista, in calzemaglie nere, la camicia bianca, grande collo e grande camelia come una volta, ma il cardigan trapuntato orizzontale e coloratissimo come una husky e bordato di nastro in raso. Il bijoux impera anche da Lacroix ed il modo nuovo di portare una spilla barocca è quello di applicarla alla nuca per attirare lo sguardo sul dorso. Infatti la variazione del tailleur in velluto stampato come i tendaggi, come tappezzeria a fogliame del Settecento e la gonna sempre di tessuto diverso ma in armonia con la giacca porta sul dorso in splendente ricamo il cuore, gioiello feticcio di Lacroix. Ancora e sempre la fantasia lussuosa ed ardita di uno stilista provenzale, ma senza aggressività, in una distesa dolcezza ed il consueto humour rose incrostate sui guanti, pietre brillanti a ricoprire i cappelli da marinaio bretone in verde acido ed in turchese; ma anche una sciarpa anello in velluto che si drappeggia in cappuccio nota di colore quando le giacche o i mantelli lasciano libero il collo. Lucia Sollazzo Un insolito abito di Claude Petin Accanto, stivali al ginocchio e microgonna per un modello di Valentino

Persone citate: Claude Petin, Lacroix, Lagerfeld, Lucia Sollazzo, Scherrer, Valentino Sugli

Luoghi citati: Parigi