Guerra allo spumante, per un funghicida di Sergio Miravalle
Guerra allo spumante, per un funghicidaUsato per irrorare i vigneti: in commercio in Europa, non è stato omologato dagli americani Guerra allo spumante, per un funghicida L'«Asti» bloccato in Usa, sotto accusa un prodotto giapponese ASTI. Il procymidone, un funghicida con una complessa molecola protetta da brevetto dell' industria chimica giapponese Sumitomo, rischia di far scoppiare una nuova guerra commerciale tra la Cee e gli Stati Uniti. Protagonisti involontari della prima «scaramuccia» i produttori piemontesi di Asti spumante, che si sono visti bloccare un container carico di bottiglie, perché la Food and drug administration (Fda, ente federale di controllo degli alimenti e dei prodotti farmaceutici) ha riscontrato nei vino tracce infinitesimali di procymidone. La sostanza è attiva in funghicidi legalmente in commercio in tutt'Europa; arriva nel vino tramite i prodotti irrorati sui grappoli d'uva per combattere la muffa grigia (Botritis). La legislazione italiana ammette un residuo nei prodotti finali fino a 1,5 parti per milione (è impiegata anche su fragole, pesche, insalate). Francesi e spagnoli sono più tolleranti e arrivano fino a 5 parti, mentre la Germania considera innocua la presenza fino a 8 parti per milione. L'Italia, per una volta, è quindi il Paese più severo. Ma negli Sati Uniti il procymidone non è mai stato omologato, forse perché, non essendo presente nei prodotti americani, l'industria giapponese non ne ha chiesto la registrazione. Questa assenza legislativa ha fatto scattare il blocco dell'Asti spumante e poi di un altro vino spagnolo e infine i controlli sono stati estesi a duecento partite di bottiglie provenienti da 21 Paesi fermate in «automatic detention» in sette porti Usa. A Bruxelles, nella sede della Comunità Europea, non sono nuovi a queste «bizze» americane, soprattutto nel settore agroalimentare: c'è chi ricorda la guerra della pasta e prima ancora quella degli estrogeni nelle carni (ancora in corso), oppure il blocco, rimosso da pochi mesi, sui prosciutti crudi. «Questa volta siamo stati colti completamente di sorpresa ammette Maurizio Chiappone, funzionario Cee della divisione vino, che dal suo ufficio di Bruxelles cerca di rispondere alle allarmate richieste di intervento dei produttori italiani - il problema del procymidone è assolutamente nuovo è rientra in una questione più formale che sostanziale». Ma il pericolo di un blocco totale delle importazioni vinicole è concreto. Una delegazione di funzionari Cee si è già incontrata con i colleghi americani per tentare di mettere a fuoco la questione. E' emersa la sensazione che l'intervento della Fda non sia milk.* rato ai vini italiani, ma rientri nel più complesso e delicato equilibrio dei rapporti commerciali Usa-Cee. Nel settore vino il bilancio è largamento a favore degli europei che hanno esportato nell'ultimo anno circa 2,5 milioni di ettolitri contro i 70 mila che gli Usa (soprattutto la California) hanno inviato nella Comunità. Per domani la presidenza irlandese della Cee ha convocato una riunione di tutte le delegazioni degli Stati membri interessati por decidere una delegazione da inviare negli Usa. Intanto dal «fronte dei porti» arrivano notizie preoccupanti. Tracce di procymidone sarebbero state riscontrate nella maggioranza dei vini, compresi i rossi da invecchiamento di vari Paesi. Gli Usa avrebbero ammesso, per ora, l'ingresso solo alle bottiglie con presenza Fmo a 0,02 parti per bilione, cioè al limite della riscontiabilità degli apparecchi elettronici più sofisticati. «Seguiamo il caso senza allarmismi - commenta Giancarlo Voglino, presidente del Consorzio di tutela dell'Asti spumante - abbiamo appreso da fonti americane che il primo blocco della partita di Asti doc sarebbe stato casuale. Non abbiamo motivo p ?r non credere a questa versione, anche se ci rendiamo conto che con 17 milioni di bottiglie esportate, l'Asti è, con lo Champagne, lo spumante più diffuso sul mercato americano e quindi può dare fastidio a molti». Sergio Miravalle
Persone citate: Giancarlo Voglino, Maurizio Chiappone
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