Cento lettere a San Luca «Morte ai rapitori»

Cento lettere a San Luca «Morte ai rapitori» Il sindaco rende pubblici insulti e minacce Cento lettere a San Luca «Morte ai rapitori» SAN LUCA. Il sindaco di San Luca, Angelo Strangio, ha reso noto il testo di un centinaio di lettere giunte nel municipio del Comune dell'Aspromonte nei mesi scorsi, dopo il tentativo di sequestro a Luino, in provincia di Varese, nel quale rimasero uccisi quattro rapitori calabresi, tre di San Luca e uno di Natile di Careri. La maggior parte delle lettere sono state spedite dal Nord Italia e contengono ingiurie del tipo: «Maledetto sia Garibaldi; morte ai terroni, esseri animaleschi, assassini di guerra; sappiamo benissimo che solo l'abbattimento di tutti i calabresi potrà arrestare i sequestri di persona nel nostro Paese». La maggior parte delle lettere arrivate a San Luca sono anonime, qualcuna è firmata con sigle di organizzazioni fantasma. In una si chiede la liberazione di tutti i sequestrati, altrimenti «daremo fuoco al paese e a tut¬ to l'Aspromonte». Firmato: un gruppo di giovani. C'è un «partigiano», che si firma «Pinatu» e dice che è ormai giunto il momento di tornare ad «imbracciare il fucile per estirpare quanto più possibile gramigna del popolo calabrese». «Il vostro giusto posto — scrive qualcuno che si firma "I nordisti" — sarebbe il cimitero con tre metri di terra sopra. Speriamo solo nella natura e nella giustizia universale. E cioè che un giorno l'Etna ed il Vesuvio esplodano (senza preavviso) simultaneamente e si verifichi la catastrofe tanto sognata». Ma a San Luca sono arrivati anche scritti di sostegno all'iniziativa adottata nelle scorse settimane dall'amministrazione comunale, che tenne una riunione in forma aperta del Consiglio comunale sul problema dei sequestri di persona. [d. m.l

Persone citate: Angelo Strangio

Luoghi citati: Careri, Luino, Nord Italia, Varese