Gorbociov: lituani, siete in un vicolo cieco

Gorbociov: lituani, siete in un vicolo cieco A una svolta, tra media2ioni e minacce, il braccio di ferro sull'indipendenza del Paese baltico Gorbociov: lituani, siete in un vicolo cieco Vilnius replica istituendo «reparti d'autodifesa regionale» MOSCA. Il quotidiano ufficiale estone «Paevaleht» ha scritto che in un incontro a Mosca, durato quattro ore, tra Gorbaciov e una delegazione del pc di Tallinn, il leader del Cremlino ha ammonito l'Estonia a non tentare di dichiarare l'indipendenza seguendo l'esempio di Vilnius: «La strada scelta dalla Lituania porta a un vicolo cieco». Secondo il quotidiano, Gorbaciov ha aggiunto che quando si divorzia, che il matrimonio sia stato contratto legalmente o no, bisogna dividere i beni comuni. I lituani sembrano tuttavia intenzionati a proseguire sulla loro strada. L'ammonimento lanciato dal Cremlino ai dirigenti di Vilnius è dettato da una valutazione erronea, basata su informazioni incomplete e inesatte, ha dichiarato il presidente lituano Vytautas Landsbergis. «Non è vero che trasferiremo le imprese statali ai privati. Considero la dichiarazione del governo sovietico come un diffìcile inizio del negoziato, uno scambio di opinioni che talvolta divergono di molto e talvolta coincidono», ha affermato in Parlamento. Informando infine i deputati lituani sull'awenuta consegna, nelle mani di Gorbaciov, della risposta ufficiale al telegramma inviato dal Cremlino, Landsbergis ha detto che «vi è stato un colloquio di mezz'ora, tranquillo e concreto» fra il presidente sovietico — che ieri ha ri¬ cevuto tre alti esponenti lettoni per un colloquio «sullo sviluppo della Federazione» — e la delegazione lituana. L'altro ieri il Cremlino aveva ammonito i dirigenti di Vilnius a non cedere il controllo delle fabbriche statali, a non battere moneta e a non istituire barriere doganali. Dopo la risposta negativa di Landsbergis al telegramma di Gorbaciov che chiedeva il ritiro della dichiarazione di indipendenza, il governo di Mosca aveva inoltre ordinato di porre sotto controllo ministeriale tutte le imprese federali in Lituania. Landsbergis ha in ogni caso commentato positivamente l'appello del primo ministro sovietico Nikolai Ryzhkov a non violare i legami attualmente esistenti fra le imprese lituane e quelle delle altre repubbliche dell'Urss, pur smentendo che le aziende della Lituania si stiano preparando a interrompere i rapporti economici con l'Unione Sovietica. «Confido che siano rispettati gli impegni reciproci sia per quanto riguarda la fornitura di materie prime che quella dei prodotti necessari a realizzare i programmi per il 1990. In questo, la posizione dei governi lituano e sovietico è del tutto analoga» ha detto. In serata, il bollettino di «Radio Mosca», «Interfax» — citando un portavoce dell'agenzia stampa del Fronte Popolare Saiudis — ha reso noto che da due giorni volontari lituani si stanno organizzando in speciali «reparti d'autodifesa regionale», con il compito di difendere «le frontiere della Lituania sovrana e espletare le necessarie funzioni doganali». Le autorità di Vilnius intendono istituire 37 posti di frontiera per controllare e limitare il flusso di beni dalla Lituania verso le altre Repubbliche dell'Urss. Le posizioni dei Fronti Popolari nell'area baltica sono destinate a rafforzarsi dopo il voto di domenica, che dà un ampio margine di vantaggio ai candidati radicali e a quelli appoggiati dai movimenti nazionalisti. In Estonia il Fronte ha conquistato almeno 38 dei 105 seggi del Soviet Supremo. Altri 16 sono andati ai Comitato Estone, un'organizzazione indipendentista ancora più radicale. Buono anche il successo di altri gruppi minori che appoggiano la piattaforma del Fronte, mentre «Vedinstvo», il movimento che rappresenta soprattutto la componente russofona, si aggiudicherà probabilmente più del 20 per cento dei seggi. I risultati ufficiali non saranno resi noti fino a venerdì, ma Lempi Tekone, la portavoce del fronte, ha anticipato che la sua organizzazione controllerà con ogni probabilità i tre quarti del nuovo Parlamento. Tale maggioranza consentirebbe agli indipendentisti di modificare la Costituzione, ma a quanto pare l'Estonia non seguirà la Lituania nel proclamare l'indipendenza da Mosca. [Ansa-Agi] A Vilnius una folla plaudente inneggia all'indipendenza proclamata dal Parlamento, ma la battaglia sarà ancora lunga

Persone citate: Gorbaciov, Landsbergis, Nikolai Ryzhkov, Vytautas Landsbergis