La signora del cinema italiano ha 40 anni

La signora del cinema italiano ha 40 anni Colloquio con la diva riscoperta: ora un film via l'altro, una nuova giovinezza, mille offerte, successo La signora del cinema italiano ha 40 anni Stefania Sandrelli: da Divorzio all'italiana alla Von Trotta La signora del cinema italiano è lei: vitale, istintiva, bravissima. E' vero che a 40 anni finalmente si è giovani, in più il tempo sembra avere un debito con Stefania Sandrelli. Non è che non sia cambiata un po' attraverso gli anni. Ma il suo volto conserva sempre una luce d'entusiasmo che possiede soltanto chi stringe patti celesti. . Quanti uomini all'epoca di «Divorzio all'italiana);, sognavano di potere frugare sotto la coscienza di quella luminosa quindicenne. Adesso, via un film l'altro. Amata, richiesta, vezzeggiata da tutti i grandi registi. Sta per correre a Parigi per terminare le riprese del film di Margaret the Von Trotta dal titolo provvisorio «Ritorni». Ha appena finito «Evelina e i suoi figli» diretto da Livia Giampalmo, che vedremo alla fine del mese. Bello «Evelina e i suoi figli»? «L'ho visto. E' bellissimo. Non lo dico perché lo interpreto, ma mi è parso davvero un bel film. E' la storia di una donna della media borghesia che si organizza la vita e riesce a vivere sola...». » E invece quello della Von Trotta? «C'è anche Barbara Sukowa. Due amiche che pur conducendo una vita diversa sono nella stessa situazione, così in fondo finiscono per essere la stessa donna...». In queste storie c'è qualcosa della sua vita... «Un attore con un ruolo da protagonista ci mette molto di suo. E salta fuori il rapporto con i miei figli ma non solo miei perché tutte le donne si riconosceranno in questi problemi... poi c'è il comportamento degli uomini separati con la moglie e i figli, che è comune...». Sua figlia Amanda la ama molto, ci aveva parlato di lei con grande affetto... «La stimo molto: brava, ma non devo dirlo io...». E' cambiata la sua vita dai tempi del film «La chiave» di Tinto Brass: adesso un successo continuo, vero? «Fortunatamente sì. Con autori di successo, come Scola ne "La famiglia" e Monicelli con "Speriamo che sia femmina", che mi hanno tolto dall'imba razzo d'una etichetta totalmen te scomoda. Sa, per quanto abbia un grande senso dell'ironia e dell'umorismo... c'era obiettivamente del rischio alla soglia dei 40 anni. Ma non rinnego nulla». Stefania Sandrelli ride. Naturalmente si riferisce alle immagini audaci del film di Tinto Brass che avevano convinto il pubblico ad amarla ancora. E' molto che non va in Ligu ria? «In marzo dell'anno scorso, quando ho presentato "Mignon è partita", il film di Francesca Archibugi. Se per Liguria invece intende Gino Paoli, è un po che non lo sento. Ci vediamo ormai molto di rado, ma non è un cruccio. Siamo profondamente legati». Si considera molto intelligente? «Sono molto istintiva. Una caratteristica con la quale devo fare i conti regolarmente. Per il lavoro utilissima. Altre volte danneggia. Devo ancora imparare come fare con l'istinto...». E' bella Stefania Sandrelli. Ed è tanto tempo che è bella. E' stata definita: «diffidente, scontrosa, confusa, caparbia, apatica, narcisista». Tognazzi ha detto: «Stefania non sa che vive su questa terra, è sempre in stato di leggera levitazione». Lei, aveva confidato l'anno scorso in una intervista: «Un po' alla volta, un film dopo l'altro, sto dando vita a personaggi femminili che però sono l'opposto della donna sexy, della donna oggetto». E ancora: «Il mio rapporto con i personaggi è sempre molto semplice, diretto, naturale, se non mi sento in questa condizione, non posso accettare nessun tipo d'interpretazione». E'sempre conquistata da personaggi femminili aperti, disponibili... Spiega: «Io sono almeno dieci persone insieme, ma penso che una virtù sia proprio la disponibilità...». In che senso? «La disponibilità alla vita tutta, è importante: è l'essenza stessa della vita». E' contenta di sé? «Sono contenta di me». Ha qualche rimpianto? «Fortunatamente pochi. Ma un paio di film che mi sono rimasti di traverso li ho». Com'è la Von Trotta? «Una donna straordinaria, vitale,, che riesce a godere di tante cose oltre che del lavoro...». Ad esempio? «Ad esempio le piace mangiare. Ma così rigorosa sul lavoro! Lavora lavora: sempre al chiodo, come si dice». E' finito il film? «Siamo a tre quarti». E lei confonde il lavoro con la vita? «Il mio lavoro è la vita. In somma vita e lavoro non sono cose scisse. Quando arrivo a casa non è che mi posso dire: ho finito e stacco la spina. Lo fac ciò certo, ma il giorno dòpo si ricomincia, dunque...». E la casa le piace? M'interesso della casa. Ci torno con gioia perché è la mia tana, ma lo posso fare con un ritmo da tira e molla». E' vero che legge poco? «Mi sono coltivata pochino Però mi sono simpatica come sono. Mi faccio anche ridere e mi piacciono molto le persone che fanno ridere». E' vero che la fortuna non l'ha mai abbandonata? «Vero. Sempre fortunatissi ma. Ho lavorato con registi uomini attentissimi alla sensibilità femminile e ultimamente con due registi donne. Non è una gran bella fortuna?». Nevio Boni

Luoghi citati: Liguria, Parigi