Le adozioni:nuovi rischi

Le adozioni: nuovi rischi Già fa discutere la riforma che il ministro proporrà a fine mese Le adozioni: nuovi rischi «Il bimbo straniero perderebbe diritti» MILANO DAL NOSTRO INVIATO La legge che regola oggi l'adozione di bambini stranieri rischia di essere stravolta da un progetto di riforma che il ministero di Grazia e Giustizia dovrebbe presentare ufficialmente a fine mese. La notizia (emersa alla «Conferenza mondiale sulla adozione internazionale» promossa dal Ciai) coglie tutti di sorpresa: le ventilate modifiche non sono contenute in un provvedimento che riguarda in modo esplicito il tema adozione, ma in un progetto di «riforma del nostro sistema di diritto internazionale privato». Adriana Beghe Loreti, docente all'Università «La Sapienza», illustra con dovizia di particolari le modifiche suggerite a Vassalli da una Commissione. «Si tratta di innovazioni radicali», annota; però, non si addentra in un'analisi critica delle proposte. Non è semplice tradurre in poche parole le modifiche; ma, se tali «suggerimenti» venissero accolti dal Parlamento (anche sull'onda emotiva provocata da clamorosi casi di cronaca), in Italia verrebbe ripristinato un doppio binario per l'adozione internazionale: quello previsto dalle legge del 1983, che offre importanti garanzie al bambino straniero; quello che consente di recarsi direttamente in un paese estero,.adottare un minore secondo le leggi di quello Stato e tornare in Italia chiedendo alle nostri Corti d'Appello di riconoscere l'efficacia del provvedimento straniero (delibazione). Durissimo è il giudizio delle organizzazioni presenti alla Conferenza mondiale, anche in riferimento alle accorate richieste che gli esperti stranieri presentano all'Italia. Joào Luiz Galvào Minnicelli, giudice a San Paolo di Brasile, curatore dei minori, ribadisce tre «esigenze fondamentali»: «Dare un bambino in adozione a una coppia dichiarata idonea dà un Tribunale per i minorenni italiano; trattare con agenzie riconosciute e controllate dal nostro governo; avere la certezza che quel bimbo sia veramente abbandonato e non venga ceduto dietro trattativa privata». Richieste sulle quali fan quadrato tutti i rappresentanti dei Paesi stranieri, che sottolineano unanimi un'altra necessità più generale: mutare radicalmente i rapporti fra Nord e Sud del mondo. «Nel solo Brasile sostiene Sylvia Nabinger Baldino, assistente sociale a Porto Alegre - ci sono 7 milioni di bimbi abbandonati. L'adozione può risolvere il problema per qualcuno; ma la maggioranza deve poter trovare nel suo Paese le risorse per crescere». Bisogna evitare che l'adozione diventi il modo per espropriare i Paesi più poveri anche dei figli. Perciò, diventano fondamentali le regole che ci si dà in materia. «Con le modifiche suggerite dalla Commissione al Guardasigilli - osserva Gabriella Merguici del Ciai, Centro italiano adozione internazionale rischiamo di annullare ogni tentativo di tutelare i diritti del minore straniero, tornando indietro di 10 anni». Preoccupato è anche Gilberto Barbarito, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano («I bambini non si possono trattare alla stregua di oggetti di un contratto»), mentre il suo collega procuratore Livia Pomodoro ricorda cosa capitava prima dell'83 quando era possibile la "delibazione" che ora si vorrebbe ripristinare: «Torner,emo ad avere "nonni" che adottano bimbi anche piccolissimi...». «Allargare le maghe della legge nell'interesse di chi?», si chiede Piergiorgio Gosso, magistrato torinese: «Così si finisce col legalizzare il mercato dei bambini o, perlomeno, con l'incoraggiare il "fai da te", a tutto danno degli interessi reali dei minori». C'è anche chi riferisce su casi clamorosi, nonostante le disposizioni rigorose vigenti: ad una Corte d'Appello è stato chiesto di riconoscere l'adozione di una neonata romena da parte di un signore di 80 anni e della moglie cinquantenne!». Graziella Praturlon; direttrice del Servizio Sociale Internazionale: «Non possiamo riaprire un canale che sfugge al controllo dei Tribunali per i minorenni e dei servizi». Intanto, mentre al microfono dell'assise milanese-si alternano gli interlocutori a disquisire sulle norme del diritto internazionale privato, in sala una elegante signora trova modo di confidare con candore: «Mia sorella è avvocato in Brasile. Aiuta le coppie italiane a trovare un bambino da prendere in adozione. Il rimborso spese? Dai 3 mila a 7 mila dollari. Tutto legale, eh...». Un buon affare comunque. In Brasile, un professionista vive bene con 300 dollari al mese; un giudice molti avanti nella carriera ne guadagna al massimo mille. Donata Micucci, vice-presidente dell'Associazione nazionale famiglie adottive: «Non dice nulla tutto ciò ai nostri legislatori?». Mario Tortello Roma. Il ministro della Giustizia, Vassalli

Persone citate: Adriana Beghe Loreti, Baldino, Donata Micucci, Gabriella Merguici, Gilberto Barbarito, Graziella Praturlon, Livia Pomodoro, Mario Tortello, Piergiorgio Gosso, Vassalli