Gianni,il sacrosanto diritto di crescere di Alberto Gedda

Gianni, il sacrosanto diritto di crescere Morandi si confida: «Il clima di revival mi sta stretto, ora voglio poter cantare gli Anni Novanta» Gianni, il sacrosanto diritto di crescere In tournée senza Dalla: «Non siamo Albano e Romina» ROMA. Il viavai di gente che chiede autografi, vuole stringergli la mano, ricordare, è continuo. C'è un cameriere, ad esempio, che confida d'averlo «rincorso all'uscita di quel locale dove aveva dimenticato il basco, quand'era militare, sfuggendo allefans». A Gianni Morandi non dà fastidio questo continuo riandare alle varie fasi della sua carriera: «Ne parlo tranquillamente, anche se un po' mi spiace. Come quando ti dicono: "Ti ricordi quando andavi a prendere il latte?" o "Ma come ti mantieni bene: cosa fai?". La gente si fissa delle immagini per cui diventa diffìcile proporre dei passi in avanti, anche piccoli, per far capire che oggi devo cantare gli Anni Novanta». U revival le sta stretto? «Sì: l'immagine è già di per sé così stereotipata e in più viene continuamente riproposta dalla tv con le varie "Schegge", "Com'eravamo", "Una rotonda sul mare", "Aspettando Sanremo", "C'era una volta il festival" e le altre che s'annunciano. Sono sempre le stesse cose, come se uno non avesse il diritto/dovere di cambiare. Mi sembra che in giro ci sia così poca fiducia nel presente, e nel futuro, per cui si rimacina il passato. Lo sappiamo che con queste cose si becca oene l'audience, però bisogna anche produrre idee nuove». Eppure proprio da questi programmi «nostalgia» molti sono stati rilanciati, ha ricominciato a far serate. «Sono contento per loro. Personalmente se dovessi cantare solo pezzi di venti, trent'annifa, mi sentirei un reduce, con tutta la tristezza dei sopravvissuti. Fortunatamente, ho avuto delle ottime occasioni come quest'ultimo disco che mi ha gasato moltissimo e nel quale credo davvero tanto». Parliamo allora di questo «Varietà» che, edito come sempre dalla Rca/Bmg, segna una nuova tappa di collaborazione con Lucio Dalla: a proposito farete la tournée insieme quest'estate? «No, non siamo mica Albano e Romina! Aspetto con impazienza il momento di poter andare a cantare dal vivo gli otto pezzi di questo album. Di certo farò una tournée che mi auguro sarà più lunga possìbile. C'è il peso di questo nome, Gianni Morandi, che può imbarazzare nell'ascoltare canzoni di grande attualità. Non voglio mettermi su un piedistallo, però forse i discografici potiebbero promuovere e vendere più facilmente l'Lp (che comunque sta andando bene) se l'interprete fosse uno con un nome diverso, con una storia diversa dalla mia». Perché? «E' difficile far capire a tutti che tu vuoi andare avanti, crescere pur senza rinnegare nulla: con un nuovo modo di cantare, con una scelta particolare dei brani, dei suoni, degli arrangiamenti. Insomma, non è semplice anche se, soprattutto dopo l'esperienza con Dalla, riesco ad avere un presente abbastanza consolidato: però è come se mi sentissi all'inizio, debbo imparare ancora molto, mi pongo degli obiettivi, faccio progetti, immagino una commedia musicale». «Varietà» è una stimolante antologia con «Bella signora», «Occhi chiusi», «Un pugno in faccia», «Figli dei nostri figli» (splendida lirica di Dalla), «Animale», «Ti comunico amore», «Negro» e «Varietà», scritte da Dalla, Malavasi, Mogol, Lavezzi, Di Graci, Migliacci, Costa. C'è un rimpianto? «Più d'uno, come per ognuno di noi. Avrei voluto fare di meglio nel cinema e questa voglia m'è rimasta: forse perché da bambino vendevo noccioline nel cinematografo di Monghidoro (eccoli i ricordi!), dove mi facevano anche cantare, e vedevo per tre/quattro volte le pellicole. C'è stata anche un'occasione mancata: Marco Bellocchio mi offrì la parte di protagonista ne "I pugni in tasca" il suo capolavoro del '64. Io ne ero esaltato ma il mio manager (che era un ex arbitro di pugilato) mi disse che se facevo quel film mi avrebbe sparato. Anche i discografici mi sconsigliarono: non potevo fare la parte di uno, al cinema, che ammazzava la madre con un dito mentre nelle hit parade trionfavo con "In ginocchio da te". Così rinunciai a malincuo re: chissà, se avessi fatto quel film la mia vita forse sarebbe cambiata, magari in peggio)). Alberto Gedda Gianni Morandi. Continua, ma solo sui dischi, il sodalizio con Dalla

Luoghi citati: Monghidoro, Roma, Sanremo