Dietro le quinte di Haiti

Dietro le quinte di Haiti Usa, Francia e Vaticano hanno convinto Avril a dimettersi Dietro le quinte di Haiti Oggi o domani entra in carica un governo civile provvisorio, formato da dodici partiti, sotto la presidenza di un giudice costituzionale WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Usa, Francia e Vaticano mediano dietro le quinte per l'ingresso al potere oggi o domani ad Haiti di un governo civile provvisorio, formato da una coalizione di 12 partiti, sotto la presidenza di un giudice della Corte Costituzionale, e per la partenza dall'isola del suo ultimo dittatore, il generale Prosper Avril, dimessosi sabato. Le ambasciate americana, francese e pontificia sono in contatto con il generale Herard Abraham, il capo di stato maggiore delle forze armate, subentrato temporaneamente ad Avril, da cui dipende la difficile transizione. In base alla Costituzione, il governo provvisorio dovrebbe indire libere elezioni entro due o tre mesi: Usa e Francia hanno chiesto una supervisione internazionale del voto ed hanno assicurato l'assistenza economica al ripristino della democrazia. Nell'isola, dove sabato l'esercito ha ucciso tre giovani dimostranti e una bambina, evento che ha affrettato la fine di Avril, ieri regnava una calma apparente. Ma è la calma che precede la tempesta. I partiti della coalizione hanno infatti proclamato uno sciopero generale nel caso che il dittatore non abbandoni Haiti, o che Abraham, un moderato già ministro degli Esteri, ceda alle pressioni degli alti comandi e avochi il potere a una giunta militare. Dalla deposizione di «Baby Doc» Duvalier nell'86, i generali hanno tentato di mantenere il controllo con la forza. Prosper Avril, subentrato al generale Henry Namphy nel settembre '88, aveva promesso libere elezioni per la fine di quest'anno. Gli Stati Uniti, che avevano cessato l'assistenza economica ad Haiti sotto Namphy, non la avevano però ripresa, dubitando di Avril, e le difficoltà nell'isola si erano accentuate. Lo scorso novembre il generale aveva incominciato una repressione feroce, imprigionando e torturando tre leaders dei diritti civili, e a geni naio aveva imposto per dieci giorni lo stato d'assedio per prevenire moti popolari. Le dimostrazioni di protesta sono esplose all'Università all'inizio della settimana passata e, nonostante gli arresti di massa e due uccisioni, si erano propagati all'intera capitale, Port Au Prince. Sembra che il dittatore abbia maturato la decisione di dimettersi venerdì, dopo alcuni incontri con gli ambasciatori d'America, Francia e Vaticano. Se veramente avrà luogo oggi o domani, il cambio della guardia a Haiti sarà il quinto in altrettanti anni. Haiti ha bisogno della democrazia anche per la propria ripresa economica: è une dei Paesi più poveri del mondo. Ma è fortissimo anche il timore di un'ennesima delusione. Le incognite del cambio della guardia infatti sono enormi. Il presidente della Corte Costituzionale, Gilbert Austin, ò alleato di Avril; e l'estrema destra di Gregoire Eugene, anch'egli legato al dittatore, ha molti appoggi tra i militari. e. c.

Persone citate: Duvalier, Gilbert Austin, Gregoire Eugene, Haiti, Henry Namphy, Herard Abraham, Namphy, Port Au Prince, Prosper Avril