Cile,l'incubo è finito

Cile, l'incubo è finito Torna la democrazia dopo 16 anni di dittatura: il nuovo governo rende omaggio ad Allende Cile, l'incubo è finito // de Aytwin s'insedia al vertice dello Stato SANTIAGO DEL CILE. Il democristiano Patricio Aylwin, un professore universitario di 71 anni, è da ieri ufficialmente il nuovo presidente del Cile. Con il suo insediamento si concludono sedici anni drammatici di dittatura militare. Alle 13,15 (le 17,15 in Italia) il generale Augusto Pinochet si è spogliato della fascia, insegna della massima carica, e l'ha passata a Gabriel Valdes, il democristiano eletto poco prima presidente del Senato, che l'ha porta ad Aylwin. Valdes aveva già ricevuto il giuramento del nuovo capo dello Stato, che si è impegnato a «adempiere fedelmente all'ufficio di presidente della Repubblica, mantenere l'indipendenza della nazione e rispettare e fare rispettare la costituzione e le leggi». Un interminabile applauso e grida di «Cile, Cile» hanno fatto eco al giuramento di rito pronunciato nel nuovo palazzo del Parlamento di Valparaiso, 140 chilometri a Ovest di Santiago. Mentre continuavano i battimani, molti dei presenti non hanno invece esitato a fischiare sonoramente il generale Augusto Pinochet, mentre questi lasciava il salone della cerimonia dopo aver salutato il suo successore. Alla cerimonia erano presenti tre capi di Stato, l'argentino Menem, l'uruguayano Lacalle e il brasiliano Sarney, mentre la grande maggioranza degli statisti giunti in Cile per l'occasione hanno disertato la cerimonia non volendo trovarsi in presenza di Pinochet. Ancor prima del passaggio delle consegne tra Pinochet e Aylwin, il nuovo governo ha preso possesso ieri mattina della Moneda, il palazzo presidenziale, immediatamente addobbato con manifesti multicolori che salutano l'avvento della democrazia. Gruppi di operai hanno installato sull'edificio e nella piazza circostante altoparlanti che diffondono musica classica. Davanti alla Moneda è stato collocato un grande striscione nel quale è scritto «Ben¬ venuto a casa». I giornali hanno salutato questo storico giorno con accenti diversi. Il democristiano La Epoca ha scritto che «è giunto il grande giorno», il socialista Fortin Mapocho annuncia «Pinochet se ne va» e aggiunge nel sottotitolo «Dategli cappello e bastone prima che se ne penta». Invece i quotidiani che hanno appoggiato il regime militare — La Nacion ed El Mercurio — escono con un titolo identico: «Il presidente Pinochet consegna il comando della nazione ad Aylwin». II generale Pinochet era uscito dal palazzo della Moneda per l'ultima volta quale capo dello Stato, alle 19,48 di sabato. Ieri mattina, prima di cedere definitivamente la fascia presidenziale, ha ricevuto l'omaggio dei fedelissimi mentre, su un'automobile scoperta, si dirigeva dalla sua residenza alla scuola militare. In precedenza aveva compiuto l'ultimo atto ufficiale ricevendo il vicepresidente degli Stati Uniti, Dan Quayle, al quale i sostenitori del generale avevano riservato un'accoglienza ostile con grida di «Vattene, vattene». Il passaggio delle consegne era stato anche preceduto dalla riconvocazione del Parlamento, riunitosi per la prima volta dopo oltre 16 anni, nella sede provvisoria di Valpa- raiso per eleggere i presidenti del Senato (il de Valdes) e della Camera (il socialista José Antonio Viera-Gallo), in modo che il primo potesse poi presiedere la cerimonia del trasferimento della fascia presidenziale al nuovo eletto. Hanno anche prestato giuramento i ministri del nuovo governo cileno, appoggiato dalla coalizione dei «Partiti per la democrazia», unitisi nella lotta contro il regime militare. L'esecutivo è composto da dieci democristiani, cinque socialisti, due radicali, un socialdemocratico ed un centrista. Ministri, senatori e deputati hanno poi reso omaggio a Salvador Allende, depositando corone di fiori sulla sua tomba nel cimitero «Santa Ines» di Vina del Mar, a circa 100 chilometri da Santiago. Alla manifestazione hanno presenziato anche Isabel Allende, figlia del presidente deposto con il golpe del 1973, e numerose delegazioni straniere. «La futura democrazia cilena non sarà possibile, se non saremo capaci di recuperare i valori che ha rappresentato Salvador Allende, che sono parte della storia del Cile», ha affermato in un breve discorso il senatore socialista Ricardo Nunez. Dal canto suo, l'ex ministro degli Esteri, Clodomiro Almeyda, ha dichiarato che «si sta continuando ora l'opera che Allende ha lasciato incompiuta». Patricio Aylwin si reca con la moglie nella nuova residenza di Capo dello Stato