Il «nuovo corso» stuzzica i repubblicani di R. Int.

Il «nuovo corso» stuzzica i repubblicani Il «nuovo corso» stuzzica i repubblicani La Malfa: molte novità. Ma il dcForlani si mostra più cauto ROMA. Che cosa cambierà il «nuovo corso» di Occhetto? La parola è subito passata dai banchi congressuali alle segreterie dei partiti. Le posizioni sono molto sfumate persino nella maggioranza. La de, ad esempio, non crede che 1'«apertura» di Occhetto a Craxi possa creare problemi all'alleanza di governo; anzi vuole consolidare il rapporto con il psi «in centro e in periferia». Il segretario della de, Arnaldo Forlani, aprendo a Rimini la campagna elettorale per le amministrative, ha subito voluto sgombrare il campo: «Fra i partiti che collaborano attualmente nella maggioranza parlamentare e nel governo penso che ci sia un denominatore comune, un impegno che garantisca la governabilità del Paese e renda proficuo e utile lo svolgimento dell'intera legislatura». E 1'«apertura» di Craxi? Anche su questo Forlani ha cercato subito di buttare acqua sul fuoco: «Craxi ha detto che per ora dava un giudizio sospensivo su quello che è avvenuto nel pei perché aveva capito bene 1' autocritica rispetto alle ragioni che hanno portato alla crisi generale del sistema comunista, ma non aveva capito bene in che cosa consisteva il nuovo partito. Mi pare che questo giudizio possa essere condiviso», ha detto Forlani. Aggiungendo: «Anche noi riteniamo che sia importante il fatto che il pei riconosca l'esito fallimentare dell'esperienza dei regimi comunisti e della loro ideologia. Questo porta il confronto su un terreno più impegnativo dove cadono certe pregiudiziali ideologiche e dove ci si confronta in modo più ravvicinato sui programmi e sui temi decisivi della nostra vita nazionale». Rispondendo a Occhetto che lo aveva accusato di usare nei confronti del pei i giudizi del '48, ha detto: «Mi si dice che è la propaganda del '48. Ma se era una propaganda giusta non capisco perché dovremmo rin- negarla. Anzi, siccome presto sarà il 18 aprile, faremo una grande manifestazione». Attento al «nuovo corso» comunista è invece il segretario del pri, Giorgio La Malfa. In un messaggio al congresso dei repubblicani di Roma, La Malfa ha affermato che si è aperto «un momento importante per la storia della sinistra italiana» che andrà valutato «con grande attenzione». La Malfa ricorda anche che i repubblicani, «partito della sinistra democratica, né classista né ideologica in alcun tratto della loro lunga e gloriosa parabola», si sono «adoperati per decenni al fine di una compiuta trasformazione dei comunisti italiani in una forza di sinistra occidentale»; e oggi che «un importante passo viene mosso in quella direzione, non siamo disattenti né impreparati». E' comunque presto per compiere «un bilancio delle assise comuniste, ma certo — aggiunge La Malfa — va apprezzato il fatto che a Bologna abbiano prevalso le posizioni che hanno prevalso». Il pri pertanto attende che il pei «avanzi analisi e proposte coerenti alle compatibilità economiche e finanziarie necessarie per quel risanamento della finanza pubblica che è oggi condizione imprescrittibile per il superamento del dualismo di cui continua a soffrire il nostro Paese». Il psdi invece non vede scorciatoie. «Il congresso comunista — ha detto il segretario Cariglia — si è concluso mantenendo insieme le ragioni del sì e quelle del no». Occhetto insomma ha preferito «perseguire l'unità del partito senza inviare un messaggio chiaro verso l'esterno». E' «un travaglio he richiederà tempo», ha notato Cariglia, auspicando che «il nuovo partito pervenga a una identità oltre che a una politica chiara per tutti. Intanto l'Italia ha bisogno di essere governata meglio per poter affrontare gli impegni che ci derivano dagli sconvolgimenti dell'Europa dell'Est e dalla evoluzione della politica comunitaria». Scettico anche il liberale Renato Altissimo. Senza volersi «impantanare nel difficile terreno delle previsioni sui tempi di svolta nei rapporti a sinistra», il segretario del pli ritiene «più utile notare che, al momento in cui siamo, qualunque maggioranza si proponga di governare, sia a livello nazionale sia a livello locale, debba fare i conti con un sistema istituzionale largamente insufficiente rispetto alle esigenze dettate dal processo di integrazione europea». E dp? Il segretario Giovanni Russo Spena invita a «guardare alle votazioni sugli ordini del giorno e sulle mozioni, che hanno dimostrato quanto aspra sia la contrapposizione degli schieramenti»: «E' molto grave che la maggioranza abbia respinto le mozioni contro la Nato, per atti unilaterali di disarmo, contro il Concordato». [r. int.]

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