Ora anche il pci ricorre al «bilancino»

Ora anche il pci ricorre al «bilancino» Più numeroso il Comitato Centrale uscito dal congresso, che avvia la «costituente» del nuovo partito Ora anche il pci ricorre al «bilancino» A Occhetto 236posti, 105 a Natta-Ingrao, 12 a Cossutta BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Alla fine sono cresciuti tutti, nel nuovo parlamentino, «comunista» ancora per poco: quelli del segretario, saliti da 233 a 236; quelli di Ingrao e Natta quasi raddoppiati (da 65 a 105); e il gruppetto di Cossutta che ne conta ora 12 invece degli 8 precedenti. Così, gonfiando gli organi dirigenti, il pei inaugura la «fase costituente» che in autunno lo porterà alla nuova «forma-partito», raggiungendo il duplice risultato di limitare al necessario le falcidie al vertice e istituzionalizzare il pur doveroso riequilibrio dei rapporti interni. Col bilancino e delicate operazioni matematiche costate dodici ore di ritardo, a mezzogiorno di ieri Fassino è riuscito a completare la quadratura del cerchio che Pecchioli ha fatto approvare dal congresso con scarsi voti contrari e pochi astenuti. Il Comitato centrale è stato portato da 302 a 353 componenti, più 4 «fuori corrente» e super partes: Pajetta, Boldrini, Ottolenghi e Vecchietti. La commissione nazionale di garanzia è salita da 66 a 72 (49 alla prima mozione, 21 alla seconda e 2 alla terza). E il collegio dei sindaci da 8 a 9 (6 alla prima, 2 alla seconda, uno alla terza). La rigida ed esatta suddivisione rispecchia fedelmente i risultati del voto sulle mozioni congressuali, completato poco prima dell'alba. Quella di Occhetto aveva avuto 726 voti, pari al 67 per cento dei delegati; l'asse Ingrao-Natta-Tortorella 322 voti, pari al 30 per cento; a Cossutta 37 voti, il 3 per cento. Soltanto 5 i congressisti che sono tornati a casa senza votare (ma il programma aveva promesso che sabato sera sarebbe finito tutto), e due gli astenuti, ma di spicco: Gian Carlo Pajetta e Franco Ottolenghi, l'ex direttore di Rinascita. Nello spoglio è stato conteggiato anche il vo to di Tortorella, assente giustificato dopo il malore di giovedì. Il risultato «politico» più evidente è che i fronti del no, sot tostimati nel parlamentino co munista prima del congresso, possono contare adesso su quel 33 per cento complessivo che gli spetta. E che le donne (ma anch'esse rigidamente suddivise fra i tre schieramenti) hanno avuto quel 40 per cento di posti così come era stato promesso. Fassino ha detto che il lavoro è stato «particolarmente difficile e im barazzante», ma l'aver allargato così sensibilmente il Ce e gli organi di garanzia ha permesso di limitare al minimo le esclusioni. Se le facce nuove sono un'ottantina, di esclusi ce ne sono parecchi comunque, circa trenta, specie nella massa dei «quadri intermedi» maschi, che hanno dovuto cedere il posto alle compagne. A questi è andato il ringraziamento di Fassino, che non ha mancato di salutare «la validità dei compagni che sono usciti». Una sola è stata la contestazione più evidente, che ha bloccato l'approvazione finale per un minuto: era il compagno Reverberi Jones, che inserito nell'elenco femminile della mozione due probabilmente a causa dell'insolito nome, reclamava il giusto spostamento in quello maschile della stessa corrente. E tuttavia non manca qualche bocciato di spicco: come l'onorevole Andrea Geremicca, l'ex segretario del gruppo di Montecitorio Guido Alberghetti, e l'ex europarlamentare Renzo Trivelli. Stavano per essere tagliati fuori anche il filonucleare Zorzoli e l'abruzzese Lolli (quello dell'offerta elettorale a Pannella), ma nell'ultima mezz'ora sono stati ripescati. Qualche nome di spicco c'è però anche tra gli esordienti maschi nel parlamentino: Carlo Smuraglia, docente di diritto e membro del Csm; Renato Nicolini, ex assessore romano dell'effimero, nel gruppo IngraoNatta come Niki Vendola, ex dirigente giovanile ed esponente del mondo gay; Luciano Canfora, storico, assegnato ai cossuttiani. Infine Luigi Cancrini, psicologo e ministro ombra per la droga, entrato nella commissione nazionale di garanzia con la mozione uno. [g. pen." Achille Occhetto nel discorso che ha concluso il congresso del pei: la sua mozione ha avuto il 67 per cento dei voti contro il 30% ottenuto dalla mozione di Natta Ingrao e il 3% ottenuto da Cossutta

Luoghi citati: Bologna, Tortorella