La Sip apre timidamente al privati

La Sip apre timidamente al privati Fracanzani propone la Stet come «cassaforte» per il polo delle telecomunicazioni La Sip apre timidamente al privati Pandolfi: «Non illudetevi, sarà deregulation» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Spinte dal vento forte della deregulation, le telecomunicazioni in Italia rischiano di diventare un grande Far West. Paolo Benzoni, vicepresidente e amminitratore della Sip, sollecita «regole certe», per evitare che «la liberalizzazione si traduca in una penalizzazione del pubblico gestore». Carlo Fracanzani, ministro delle Partecipazioni Statali, va oltre e sfida il Parlamento: «Se il Senato non fa presto, visti i ritardi che si sono accumulati —dice —, intendo portare la, proposta di riassetto del settore al Cipe, sia pure in forma ridotta rispetto al disegno di legge completo». Schiacciato dall'esplodere di altri problemi, il «nodo telecomunicazioni» è stato rilanciato ieri a Venezia all'inaugurazione dell'Its (International Telecomuriication Company) cui partecipano una settantina di Paesi, i colossi mondiali del settore, giapponesi, ma soprattutto americani, tutti convinti che l'Europa del '93, arricchita dai nuovi mercati all'Est, sarà la «gallina dalle uova d'oro» degli Anni Novanta. Un mercato gigantesco, ha spiegato Filippo Maria Pandolfi, commissario Cee per la ricerca tecnologica e le telecomunicazioni, che nell'87 «valeva» qualcosa come 120 miliardi di dollari, circa il 2,5% dell'intero Pil comunitario, ma che nel '93 sfiorerà i 150-160 miliardi di dollari (il 3,5% del Pil). Pandolfi ha anche dettato le regole di Bruxelles: la «liberalizzazione» sarà completa; cadranno tutte le barriere, interne ed esterne; anche le tariffe dovranno «armonizzarsi». Fracanzani, insistendo sui due «nodi da sciogliere» (la separatezza dei poteri d'indirizzo e di'controllo da quelli della gestione, e i massicci investimenti necessari per ridurre il gap con gli altri Paesi), ha colto Tocca sione per premere l'acceleratore. Il «polo» delle telecomunica zioni, secondo il ministro, dovrà avere al vertice una società finanziaria (praticamente una «cassaforte», la Stet) con «efficaci poteri di controllo e di coordinamento» da cui dipendano un limitato numero di società operative: una commissionaria dei servizi telefonici (in pratica una Sip rafforzata, in cui dovrebbe — pare di capire — confluire anche l'Azienda di Stato), affiancata da una o più società nel campo delle attività non regolamentate (che «coprono» oggi il 15% del mercato, ma la cui quota è destinata a salire in poco tempo al 35%). Infine una società manifatturiera (guidata dall'Italtel) e una impiantistica (forse la Sirti). Resta un «punto grigio»: i collegamenti via satellite. «La questione — dice il ministro — merita una specifica attenzione per il crescente peso delle attività di common carrier delle telecomunicazioni e delle trasmissioni tv». Benzoni (insistendo sul tema delle tariffe: si parla di un aumento del 3%) ha snocciolato cifre su cifre per rilevare come le telecomunicazioni italiane abbiano bisogno di una forte accelerata per superare il gap che le separa dalla concorrenza più agguerrita: 36 abbonati ogni 100 abitanti, contro il 42% della Gran Bretagna, il 46 della Germania e della Francia; in Italia l'introito dei servizi telecomunicazioni per abitante è di 293 mila lire, contro le 380 mila della Francia, le 450 mila della Germania e le 500 mila della Gran Bretagna. E i rapporti con i privati? Benzoni ha lanciato un messaggio: devono avvenire in Un «quadro di aperto confronto con tutte le componenti del mondo produttivo», ma «con chiare regole del gioco per tutti (concessionari e privati) lontane dai concetti punitivi per chi ha fatto scelte coraggiose e dalla tentazione di creare altre zone di privilègio». Come dire: deregulation sì, ma nessuna svendita. Cesare Roccati TELEFONI NEL 2000 PIÙ' PRIVATI CHE PUBBLICI EUROPA OCCIDENTALE □ MERCATO TOTALE {INCREMENTO ANNUO +2,7%] H RETI PUBBLICHE (INCREMENTO ANNUO 4JHA ■ SISTEMI D'UTENTE [INCREMENTO ANNUO 4l,4%| 1988/1992 1992/1997 44.9201 14.028 51.3881 MERCATO TOTALE 88/97 175.120 481.540 m

Persone citate: Benzoni, Carlo Fracanzani, Cesare Roccati, Filippo Maria Pandolfi, Fracanzani, Pandolfi, Paolo Benzoni