E oggi canestri in ritardo

E oggi canestri in ritardo Nel basket salta raccordo società-giocatori: le gare slittano di 10 minuti E oggi canestri in ritardo La protesta contro l'ipotesi di aprire le frontiere agli oriundi Se non si trova un'intesa, domenica prossima palasport chiusi Ogni mediazione è stata inutile. E oggi, per la prima volta nella storia della pallacanestro italiana, tutte le partite della 26a giornata si inizieranno con dieci minuti di ritardo per uno sciopero dei giocatori. Motivo della mini-astensione dal lavoro (che dovrebbe essere totale fra una settimana, se le parti non troveranno un accordo) la ventilata ipotesi di aprire le frontiere agli oriundi, una proposta della Fip che la maggioranza delle società ha non solo accolto, ma «ampliato», tanto da scatenare la protesta della Giba (l'associazione dei giocatori), sfociata nel mini-sciopero di oggi e nel blocco del campionato fra sette giorni. Tutto parte dalla Fip, che anche con l'obbiettivo di rafforzare alla lunga la squadra nazionale, un mese fa spedisce alle Leghe e alla Giba (l'associazione dei giocatori) una bozza di accordo sull'impiego di cittadini italiani provenienti da federazioni straniere. Uno per squadra e nell'ambito dei 64 stranieri che giocano nel nostro torneo, di età superiore ai 19 anni, con la moratoria di tre anni prima di ottenere la naturalizzazione. La Federazione chiede un giro di opinioni. Renato Villalta, presidente della Giba, forse non finisce neppure di leggere il testo che risponde picche. E con lui tutta l'associazione, riunita a Bologna. Le società si-dividono, e nasce un movimento «sotterra- Lega, in una nota, ribadisce che «l'agitazione è ingiustificata e l'annunciato ritardo delle partite integra in tutti i casi un'inadempienza contrattuale da cui deriveranno inevitabili conseguenze regolamentari ed economiche». Insomma multe salate per chi sciopera, e no secco alla lettura di un comunicato dell'associazione giocatori nei palasport (queste indicazioni sono contenute in una nota riservata inviata alle società nel pomeriggio). La Giba, per ora, non batte ciglio. La verifica del suo potere contrattuale si avrà stasera: in quanti parquet si contenderà la prima palla a due con dieci minuti di ritardo? Flavio Corazza neo»: il cartello di Milano. 22 club, con in testa Roma, Milano, Torino e Caserta vogliono aprire agli oriundi già nel prossimo campionato: «Aumenterebbero lo spettacolo, e così si compenserebbe la mancanza di giovani talenti proprio in un momento in cui si assiste al boom di pubblico». Si va verso il sì. Ma l'assemblea di Lega, convocata sotto la presidenza di De Michelis, preferisce evitare la spaccatura, rinviare la decisione alla prossima riunione (7 aprile), e intanto nomina una commissione per studiare il caso. Ma per la Giba è sufficiente: fiutato l'orientamento della maggioranza delle società, i giocatori proclamano il doppio sciopero: 10 minuti og¬ gi, tutti a casa domenica. Vinci si schiera con i giocatori («Sì all'oriundo, ma nell'ambito dei 64 stranieri») ma contesta lo sciopero («non serve a nulla, così si complica là trattativa con la Lega»). Villalta spiega che «bisogna tutelare i giovani che crescono nei vivai», Porelli chiede «la revoca dello sciopero, per il bene del basket italiano». Ieri mattina l'ultima mediazione in Lega. Il legale della Giba, avv. Bertani, -la giunta e la super-commissione della Lega (con i rappresentanti di Vismara, Arimo, Scavolini, Ipifim, Popolare e Annabella) con i due vicepresidenti Buigheroni e Porelli discutono per oltre due ore, ma senza arrivare ad un accordo immediato. La Renato Villalta, presidente della Giba

Persone citate: Bertani, De Michelis, Flavio Corazza, Porelli, Renato Villalta, Villalta

Luoghi citati: Bologna, Caserta, Milano, Roma, Torino