«Stavolta ho rischiato tutto in discesa»

«Stavolta ho rischiato tutto in discesa» «Stavolta ho rischiato tutto in discesa» // vincitore: «All'inizio pensavo solo a far bella figura» SANREMO. La nrima erossa i SANREMO. La prima grossa vittoria nella più entusiasmante Sanremo degli ultimi anni non monta la testa a Bugno. Gianni parla con pacatezza, finalmente seduto dopo un'ora di assalti e bagarre. «Non mi considero un campione anche se ho vinto una delle prove più importanti: le somme si tirano alla fine della carriera». Bugno diceva di essere fuori forma. La sua era pretattica? «Nei primi mesi della stagione non sono mai stato in condizione. É nemmeno lo ero stavolta, ma l'avevo già dichiarato: la Sanremo è una corsa che si può vincere pur essendo al 70 per cento della forma». Gianni dunque non si nascondeva. La mancanza di un piazzamento appena discreto nei primi mesi di attività l'ave¬ va anche un tantino scoraggia- va anche un tantino scoraggiato. «In effetti sì, ma proprio pensando che non avevo niente da perdere ho inseguito quasi istintivamente Canzonieri. Ero convinto che si sarebbe formato un gruppetto. Invece sono rimasto solo e ho proseguito senza pensare di vincere; speravo solo di fare bella figura». Bugno ha realizzato la media record in assoluto, superando di un chilometro i 44,800 di Eddy Merckx realizzati 23 anni fa. «Il merito è dei tanti ragazzi che hanno lavorato fin dall'inizio. Quando ho saputo che il nostro gruppo aveva 1 '30" di vantaggio su quello di Fignon, ho detto ai miei compagni di spingere a fondo. Altrettanto hanno fatto Fondriest e Argentin». Bugno parla con proprietà e lucidità. Pare un altro. Gli han¬ no sicuramente giovato i conti- no sicuramente giovato ì continui impegni internazionali. «Correva sempre nelle ultime posizioni e sarebbe rimasto là con Fignon, Kelly e LeMond se non fosse cambiato», osserva il suo manager Stanga. Gianni ha risolto diversi problemi fisici (anche una leggera labirintite) e psicologici. In discesa non azzardava mai e per questo si era già giocato l'ultima Milano-Torino dopo essere transitato primo a Superga. Stavolta ha completato il suo successo proprio in discesa. «Sapevo che Golz era veloce e ottimo discesista. Ho rischiato anche di cadere non tirando i freni in una curva. Ma non ho avuto tempo di spaventarmi. Golz incalzava. Soltanto a 50 metri dallo striscione, quando mi sono girato, ho avuto la si¬ curezza di v curezza di vincere». Gli italiani hanno corso bene, benissimo. «Ho fatto la mia gara, ma due volte sono andato a prendere Delion», dice Fondriest. «E avevo raccomandato ad Argentin di far lavorare gli stranieri». Il campione d'Italia non è riuscito a seguire Golz. «Non ce la facevo; comunque abbiamo corso saggiamente, senza danneggiare Bugno». Fignon prende la strana sconfitta con filosofia: «Mai visto una cosa del genere. Con due grossi plotoni che non riescono a fondersi, essendo staccati di meno di due minuti all'inizio. Con me c'erano troppi favoriti e non pensavo mai che saremmo rimasti tagliati fuori fin dall'inizio. Pazienza». Carlo Valeri

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