Un po' di Hollywood in Umbria di Francesco Grignetti

Un po' di Hollywood in Umbria Il finanziere vuole comprare il leone del cinema Usa, ma l'affare è un mistero Un po' di Hollywood in Umbria Parretti*show per lanciare la scalata alla Mgm ORVIETO DAL NOSTRO INVIATO Ha voluto ruggire dalla sua Orvieto, Giancarlo Parretti, il «self made man» che intende acquistare la Metro Goldwyn Mayer, casa di produzione cinematografica hollywoodiana conosciuta in tutto il mondo per lo stemma del leone che ruggisce. Un investimento da un miliardo di dollari. Dopo aver acquistato la Pathé, casa francese tra le più antiche, e la Canon, produzione americana in difficoltà, ora tenta di andare ancora più in alto. Ieri ha radunato in Umbria i giornalisti per fare il punto della vicenda. «Le cose vanno bene — dice Parretti — forse concluderemo con due mesi di anticipo la nostra Opa, offerta pubblica d'acquisto». Ma l'affare per il momento resta nel mistero più fitto. L'annuncio aveva fatto scalpore. Un anno dopo il primo tentativo fallito, Parretti ci riprova assieme al suo socio Florio Fiorini. «Vogliamo mettere assieme il leone della Mgm e il simbolo della Pathé per farne un produttore cinematografico di livello mondiale». E' voluto tornare a Orvieto, quindi, per dare il suo grande annuncio. Parretti siede nella sala grande del Comune, con accanto il sindaco Adriano Casasole e Fiorini. Si è portato dietro anche i soci: Fulvio Lucisano, produttore cinematografico italiano e ora presidente della Pathé-Italia, Jeffrey Barbakov, presidente della Mgm («Ma resterà presidente anche sotto di noi», annuncia Parretti), Yoram Globus, co-presidente della Pathé. Tutti insieme sono arrivati a Orvieto non per dare particolari in più sull'aspetto finanziario («Saprete tutto tra due settimane») o industriale («Pensiamo ad accordi con le televisioni europee»). No, sono arrivati per far vivere a Giancarlo Parretti il momento del suo grande trionfo tra i concittadini. «Mi è bastato incontrare il sindaco per strada, due chiacchiere e via. Ora siamo qui nella sala comunale. E io darò a questa città 4 milioni di dollari per aiutare i cittadini a ristrutturare le case in centro». Dicono poco sull'aspetto finanziario dell'impresa, che ha mobilitato giornalisti economici italiani e americani. Pochissimo sull'aspetto culturale: «Sono pronti dieci film: i nostri attori saranno Meryl Streep, Sean Connery, Michelle Pfeiffer, Mickey Rourke». Resta la kermesse. Vigili urbani in alta uniforme che si sganasciano alle battute dell'illustre concittadino. Rievocazione dei bei tempi andati: «Non rinnego nulla, neppure il periodo in cui facevo in cameriere in Sicilia». Qualche ironia sulle insinuazioni dei giornali, che si interrogano sulla sua «miracolosa» capacità di portafoglio. «Io e Globus siamo uniti dall'etichetta di mafiosi. Lui legato a quella ebraica, io a quella siciliana, secondo i giornali. Ma esiste una mafia buona, che in passato ha permesso alla gente comune di coalizzarsi contro le prepotenze dei potenti. Quella di oggi è criminalità organizzata, con cui non ho nulla a che vedere». Perché ha voluto questa «convention» di giornalisti italiani e stranieri in Umbria? «Ovvio: perché io sono di Orvieto e volevo ringraziare da qui la mia famiglia, mio padre e mia madre, mia moglie che ha sempre creduto in me». Insomma, è il momento del trionfo per l'umile (ma guai a dire con lui questa parola) ex cameriere. Accanto a lui c'è un euforico Fiorini, in maglione e jeans: «Un abbigliamento informale, com'è questo incóntro. Tra me e Giancarlo ci sono origini comuni: lui orvietano, io di Montepulciano. L'accento è simile». Quello dell'inflessione è forse il problema che affligge di più Parretti. In America è stato preso in giro dai giornali. Lui ci ride sopra, ma è un ridere agro: «L'inglese non lo parlo bene perché l'ho imparato a scuola. Anche l'italiano non è il mio forte. A scuola prendevo sempre tre. La maestra mi diceva: studia. Ma io non avevo tempo, dovevo lavorare». Francesco Grignetti

Luoghi citati: America, Hollywood, Montepulciano, Orvieto, Sicilia, Umbria