Ligaciov attacca Eltsin
Ligaciov attacca Eltsin Ligaciov attacca Eltsin «Cacciamo dal partito i radicali» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo la riforma dello Stato, Michail Gorbaciov affronta quella del partito. Nel disegno del capo del Cremlino, il pcus prima o poi dovrà confrontarsi con altre formazioni politiche, dovrà «conquistare l'egemonia» dopo averla esercitata in monopolio per più di settant'anni. E se non vorrà fare la fine dei pc di tanti Paesi dell'Europa dell'Est, dovrà «rinnovarsi profondamente». La scadenza di questo rinnovamento è fissata per il 2 luglio, giorno in cui si aprirà il XXVIII Congresso del pcus a Mosca. I contenuti del rinnovamento, per ora, sono indicati nelle tesi appena approvate dal Plenum del Comitato centrale, il «parlamentino» del partito. Ma da oggi al Congresso diventeranno motivo di dibattito e di scontro in tutte le organizzazioni di base del pcus. Lo scontro si è già delineato nel Plenum che si è concluso venerdì sera e che ha riproposto l'ormai netta divisione del partito in tre anime: la gorbacioviana, la conservatrice e la radicale. E' uno scontro così acuto che autorizza anche l'ipotesi di una scissione in tre del pcus al Congresso. Egor Ligaciov, il capofila dei conservatori, come al solito, è stato il più deciso. Nel suo intervento al Plenum - pubblicato ieri dalla Pravda - ha reclamato «una purga del partito da tutti quelli che lo indeboliscono, che conducono una lotta di frazioni e che partecipano a movimenti anti-socialisti». Per Ligaciov «simili membri del pcus esistono sia nel Soviet supremo che nel Comitato centrale» e sono la rovina del partito. L'attacco all'ala radicale di Eltsin non poteva essere più esplicito. E ha suscitato la reazione altrettanto dura di uno dei membri progressisti del Comitato centrale, il sindacalista Viktor Mishin, che ha invitato apertamente Ligaciov a dimettersi. «In un pcus che cambia non c'è posto per chi rappresenta soltanto l'immagine del passato», ha detto Mishin. Da una parte la richiesta di «purghe», dall'altra l'invito alle «dimissioni». E, in mezzo, la posizione dei gorbacioviani che tentano ancora una volta di mediare. Vadim Medvedev, responsabile dell'ideologia nel Poli tburo, ha detto che se qualcuno si oppone alla linea del partito «può lasciarlo e fondarne un altro». Ma che, prima, «bisogna tentare di rinnovare tutti insieme il pcus». I cambiamenti proposti nelle tesi allo statuto del partito, tuttavia, non appaiono profondi. Il «centralismo democratico», che i radicali volevano seppellire per aprire alle correnti interne, è mantenuto. «In un'interpretazione non dogmatica» è scritto nelle tesi, ma «senza dividere il partito in frazioni». Una novità sarà la costituzione di una vera struttura per il pc della Repubblica russa che, finora, era un semplice «ufficio» del pcus. [e. s.)
Persone citate: Egor Ligaciov, Eltsin, Ligaciov, Michail Gorbaciov, Mishin, Vadim Medvedev, Viktor Mishin
Luoghi citati: Europa Dell'est, Mosca
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