«Democrazie, riconoscete la libera Lituania» di Enrico Singer
«Democrazie, riconoscete la libera Lituania» Nel Baltico cresce la tensione: oggi manifestazione della minoranza russa. L'Ucraina vuol creare un esercito autonomo «Democrazie, riconoscete la libera Lituania» Da Vilnius un appello-sfida a Mosca MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Oggi abbiamo fatto un altro passo per recuperare il nostro posto tra le nazioni: abbiamo formato un governo indipendente. Ma adesso è importante rimanere uniti e calmi». Di fronte a quasi ,40 mila persone che si erano raccolte già da alcune ore nella piazza del Parlamento di Vilnius, il presidente lituano, Landsberghis, ha lanciato un appello alla ragione. Nel braccio di ferro aperto con Mosca, gli indipendentisti baltici vogliono muoversi con prudenza. E Landsberghis, che ha interrotto i lavori parlamentari per parlare alla folla, si è ben guardato dal precipitare una risposta all'ultimatum di Gorbaciov sul «ripristino dei diritti dell'Urss» in Lituania. La risposta sarà pronta entro lunedì, «come richiesto». Ma prudenza, per Landsberghis, non significa cedimento. Anzi, la principale preoccupazione della Repubblica ribelle è quella di consolidare le sue strutture e di trovare il massimo di appoggio internazionale. Ecco perché, ieri, invece di spaccarsi sulla replica a Michail Gorbaciov, il Parlamento lituano ha votato la fiducia al nuovo governo per il quale ha immediatamente chiesto «il riconoscimento di tutte le nazioni democratiche». In ima risoluzione votata all'unanimità, i parlamentari lituani hanno de¬ finito «un segno importante di appoggio politico e morale» il riconoscimento del governo di Vilnius «e degli atti adottati 1' 11 marzo»: una formula per non nominare direttamente la proclamazione d'indipendenza, ma per sollecitare di fatto la solidarietà degli altri Paesi. In più, il nuovo governo diretto da Kasimira Prunskenie, una ex comunista passata nel Fronte popolare Sajudis, ha registrato subito un buon successo. La signora Prunskenie ha convinto il segretario del partito comunista lituano, Algirdas Brazauskas, ad accettare la carica di vice primo ministro. Certo, Brazauskas è il leader del pc indipendentista (c'è anche un'ala di minoranza rimasta fedele a Mosca), ma il suo ingresso nel govèrno ha un peso. E' la dimostrazione che lo strappo è appoggiato dal 95 per cento delle forze politiche lituane. Quando Landsbezrghis è uscito dal Parlamento per rivolgersi alla folla, Brazauskas era al suo fianco e questo è un messaggio amaro per Gorbaciov che sperava nella divisione tra il leader comunista locale e il Sajudis. Ma la fermezza e la prudenza non nascondono una buona dose d'allarme. Ai parlamentari Landsberghis ha letto una notizia appena ricevuta su spostamenti di truppe sovietiche a Est della Repubblica: «Un'informazione che non vogliamo commentare perché forse si tratta soltanto di normali manovre», ha detto il Presidente lituano. Ma il rischio di provocazioni è in agguato e potrebbe avverarsi già oggi a Vilnius dove è in programma una manifestazione della minoranza russa organizzata dal movimento «Edintsvo» («unità»). I cittadini di origine russa che vivono in Lituania sono circa il 10 per cento della popolazione, ma il timóre degli indipendentisti è che scendano in piazza anche i militari sovietici, in borghese naturalmente. La manifestazione degli antiindipendentisti coincide, tra l'altro, con le elezioni per i Parlamenti locali nelle altre due Repubbliche baltiche, l'Estonia e la Lettonia, che pure dovrebbero sancire l'avanzata dei movimenti nazionali. Secondo voci non confermate, ieri, degli elicotteri della Marina avrebbero lanciato volantini a favore della manifestazione russa a Vilnius. In questo braccio di ferro anche gli indipendentisti hanno adottato delle misure «di terreno». Hanno deciso di creare 37 «punti di controllo» alla frontiera con le altre Repubbliche ufficialmente per evitare esportazioni illegali, ma di fatto, per creare una specie di confine di Stato. Nelle ultime ore i focolai dell'incendio nazionalista si stanno riattizzando anche in altre parti dell'Unione. Il segnale più serio è arrivato dall'Ucraina — la seconda Repubblica dell'Urss — dove a Lvov (Leopoli) il Fronte popolare «Rukh» ha creato una commissione per la costituzione di un «esercito ucraino» e ha invitato i giovani di leva a iscriversi nelle liste alternative repubblicane rifiutando di servire nell'Armata Rossa. E' un attacco diretto a uno dei pilastri dell'unità dello Stato. A parte tutte le autonomie, più o meno formali, delle Repubbliche, in Urss l'esercito è unico. E', con il partito, il «cemento» dell'Unione. Enrico Singer i Gorbaciov presidente dell'Urss Riforma economica e Lituania al primo posto nei suoi programmi
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