La Germania unita nella Nato?

La Germania unita nella Nato? La Germania unita nella Nato? Esplodono le divergenze nel Patto di Varsavia PRAGA. Se la futura Germania unita debba o no fare parte della Nato è un problema sul quale in seno al Patto di Varsavia esiste disaccordo. I ministri degli Esteri della «Nato dell'Est», che si sono incontrati ieri a Praga per una riunione straordinaria sulla situazione in Europa, hanno espresso pareri opposti su questa questione, ma si sono trovati pienamente d'accordo sulla necessità di iniziare concretamente a guardare al di là dei blocchi e a configurare in maniera sempre meno teorica un'Europa senza Nato né Patto. A questo proposito hanno accolto con interesse una proposta del nuovo ministro degli Esteri cecoslovacco Jiri Dienstbier di fare un balzo avanti rispetto alla situazione attuale e creare strutture Est-Ovest di nuovo tipo per la sicurezza del continente: strutture più moderne, ancorate al processo di Helsinki ma che prevedano l'aiuto - anche militare - a un Paese attaccato. «Se ne riparlerà - ha spiegato Dienstbier avanzeremo nuove proposte. La cosa essenziale è che si capisca che i due blocchi non possono esistere a lungo e che, al momento, compito principale del Patto è di proseguire sulla via del disarmo. Ci troviamo in una fase di transizione verso una nuova struttura pan-europea di carattere totalmente difensivo». I risultati della riunione straordinaria del Patto di Varsavia sono stati mantenuti ufficialmente segreti e un comunicato ha informato soltanto che i ministri - in un'atmosfera «serena» - hanno esaminato i problemi collegati all'unificazione della Germania e alla sicurezza europea. Ma da numerose indiscrezioni si è saputo del contrasto sulla questione della futura appartenenza alla Nato della Germania unita. «E' vero, i punti di vista registrati sono stati tutti diversi: da chi vi si oppone strenuamente a chi la giudica una cosa positiva», ha ammesso il portavoce del ministero degli Esteri cecoslovacco Lubos Dobrovsky: «Non è vero che tutti hanno espresso parere contrario, come qualcuno ha detto, semmai sembrano tutti contrari a una Germania neutrale». I sette ministri, secondo il comunicato, hanno esaminato, in connessione con la Germania, la questione delle «garanzie giuridiche internazionali dei confini esistenti», ma non si sa che cosa si siano detti di preciso. Il ministro degli Esteri polacco è stato però chiarissimo con i giornalisti: «Per il confine dell'Oder-Neisse à necessaria la firma di un trattato di pace». I ministri della «Nato dell'Est» - tra i quali Eduard Shevardnadze per l'Urss - hanno discusso per l'intera giornata e, a parte la spaccatura sulla questione Germania-Nato, non sembrano avere registrato altri grossi contrasti: «Non cercavamo un accordo - ha fatto notare il portavoce dell'organizzazione - volevamo solo scambiarci pimti di vista sulle questioni più importanti». Secondo il ministro degli Esteri cecoslovacco, la futura Germania unita «deve ridurre in maniera drastica i suoi effettivi militari»; «inoltre, è necessario che vengano riconosciuti i confini occidentali della Polonia». Dienstbier, precisando la sua proposta per la futura sicurezza dell'Europa, ha affermato che andrebbe elaborato un «accordo per la sicurezza» che a sua volta dovrebbe in qualche modo essere agganciato al processo di Helsinki. Si tratterebbe di un impegno «per la soluzione pacifica dei problemi da San Francisco a Vladivostok». [Ansa]

Persone citate: Dienstbier, Eduard Shevardnadze, Jiri Dienstbier, Lubos