Così la televisione ha diviso il Bel Paese

Così la televisione ha diviso il Bel Paese Comincia oggi su Canale 5 «L'Italia a dodici pollici», nuova rubrica del programma «Cara tv» Così la televisione ha diviso il Bel Paese Il conduttore Cecchi Paone: «Facciamo parlare la gente vera» ROMA. C'è la casalinga innamorata delle «telenovele» e il vescovo progressista convinto che i programmi siano dannosi solo «quando sono fatti male»; c'è l'operaio che in tv segue i film, il militare che detesta con tutto il cuore Ambrogio Fogar e Sandra Milo; la vecchietta appassionata di sci e pattinaggio e la sua amica che sul piccolo schermo vorrebbe ogni tanto vedere anche una bella opera lirica. E' il mondo dei telespettatori, fatto di «grandi passioni e grandi animosità», descritto attraverso una serie di istantanee scattate in giro per l'Italia, nella nuova rubrica «L'Italia in 12 pollici» inserita nel programma di Canale 5 «Cara tv», a partire da oggi alle 12. L'itinerario, dedicato soprattutto ai piccoli centri e alle comunità chiuse, è stato costruito con l'intento di «sondare i gusti televisivi degli italiani e di ana¬ lizzare il loro rapporto con la televisione». Si parte da Pitigliano, un paese antico e affascinante che si erge sopra una rocca di tufo, a pochi chilometri da Grosseto. Le telecamere di Canale 5 inquadrano, sulle note del brano di Battisti «Emozioni», tetti rossi e stradine tortuose. Poi entrano nelle case e si fermano sui volti degli intervistati: l'inviata di «Cara tv» Paola Rivetta comincia a fare domande. Il tono è discorsivo, confidenziale, disimpegnato. «Non abbiamo nessuna ipotesi da dimostrare - spiega Alessandro Cecchi Paone - vogliamo solo rendere più caldo un mezzo considerato freddo come la televisione. Soprattutto ci interessa far parlare la vera gente che guarda la tv: non i teorici o gli addetti ai lavori che ne discutono tanto, spesso senza vederla, ma le persone normali che esprimono i loro gusti senza sentirsi caricate di particola¬ ri responsabilità, a differenza di ciò che accade quando si fanno indagini di mercato e rilevazioni d'ascolto». I prossimi appuntamenti con «L'Italia in 12 pollici» saranno ambientati nella Casa di riposo per musicisti «Giuseppe Verdi» di Milano, nella caserma Cecchignola di Roma, nel rifugio Cai «Sapienza» sull'Etna, in una piattaforma petrolifera al largo dell'Adriatico, nel carcere femminile della Giudecca, su una grossa nave ancorata nel porto di Civitavecchia. Vito Oliva, ideatore di «Cara tv» (partita ad ottobre e seguita da una media di circa 1 milione e 214 mila spettatori con share del 20,5%), ha sottolineato l'assoluta varietà dei pareri espressi dagli intervistati nella nuova rubrica. «E' vero tutto e il contrario di tutto: degli stessi personaggi si parla malissimo e benissimo e giudizi opposti vengono espressi sugli stessi pro¬ grammi». Il che in pratica dimostra quanto la tv in Italia sia diventata esaustiva dei bisogni più vari, delle esigenze più disparate. A «Cara tv», che si prefigge proprio l'obiettivo di stabilire un filo diretto con il pubblico, sono arrivate finora circa ottomila lettere e ultimamente comincia ad aumentare anche il numero di video confezionati e inviati dai telespettatori. «Molti - dice Cecchi Paone - scrivono per dare suggerimenti sul palinsesto, altri per sapere come si diventa registi». Gran successo continua poi a riscuotere la parte del programma dedicata agli incontri dei telespettatori con le star. «Abbiamo fatto una classifica: la più richiesta è Cristina D'Avena, poi vengono la Cuccarmi, Colunibro, i ragazzi di "Classe di ferro", Berlusconi, Cecchi Paone e la Bonaccorti». Fulvia Caprera