«Assurde pretese russe»

«Assurde pretese russe» «Assurde pretese russe» La Lituania non deve pagare per il «divorzio» da Mosca DOMENICA scorsa il Parlamento lituano ha approvato all'unanimità una dichiarazione nella quale si rivendica l'indipendenza del Paese dall'Unione Sovietica. Sebbene Michail Gorbaciov abbia definito l'azione «illegale e priva di valore», la sua risposta complessiva alla battaglia lituana per l'autonomia è stata ragionevole. Con una sola, sorprendente eccezione: la richiesta che i lituani acquistino la loro libertà dall'Urss al prezzo di 33 miliardi di dollari — una richiesta moralmente e praticamente illegittima. Gorbaciov e il Politbjuro hanno acconsentito esplicitamente e ripetutamente, sebbene a malincuore, al principio che le Re¬ pubbliche sovietiche hanno il diritto di staccarsi da Mosca. Riconoscono che le Repubbliche sovietiche in molti casi — come in Lituania — sono state annesse con la forza e contro le amare proteste dei cittadini. Nello stabilire il prezzo al quale la Lituania potrebbe comprare la sua indipendenza, Mosca è andata molto lontano e ha ammesso esplicitamente che l'indipendenza sarebbe arrivata. Restavano da negoziare soltanto i dettagli. Purtroppo, il riscatto di 33 miliardi di dollari chiesto da Gorbaciov è finanziariamente e moralmente assurdo. Oggi, ai tassi di scambio del mercato libero, che sono un ventesimo dei ridicoli tassi ufficiali sovietici usati nei calcoli di Gorbaciov, 33 miliardi di dollari equivalgono a circa 500 miliardi di rubli. Una cifra che va messa a confronto con i meno di 15 miliardi di rubli del to¬ tale dei risparmi di tutti i lituani e di tutte le imprese lituane, e con il reddito totale annuo dei lavoratori lituani, che raggiunge al massimo i dieci miliardi di rubli. Il calcolo morale di Gorbaciov non è certo migliore di quello aritmetico. Sembra pensare che la Lituania dovrebbe rilevare tutto il capitale sovietico sul suo territorio. Ma questo ragionamento manca di logica in almeno due punti. Innanzitutto, le statistiche ufficiali sovietiche rivelano che negli ultimi vent'anni soltanto una metà scarsa delle risorse depositate dai cittadini lituani presso le banche sovietiche è stata reinvestita in Lituania. Il resto è stato investito in altre Repubbliche. Se ne deduce che la richiesta d'indennizzo della Lituania sui beni sovietici fuori della Lituania è superiore alle richieste sovietiche sui beni lituani. Di fatto, i sovietici dovrebbero risarcire i lituani per la rinuncia alla loro quota di proprietà su tutti i beni non lituani dello Stato sovietico. In secondo luogo, c'è una lunga tradizione morale e giuridica secondo la quale tocca agli oppressori pagare il risarcimento agli oppressi e non il contrario. Stalin uccise o de- portò un terzo della popolazione lituana e confiscò i terreni agricoli di centinaia di migliaia di famiglie. Da allora il Kgb ha mantenuto una presenza attiva in Lituania. E l'amministrazione sovietica ha impoverito economicamente il Paese. Nel 1940, la Lituania indipendente godeva di un livello di vita che grosso modo equivaleva a quello della Finlandia. Oggi le è inferiore del 50 per cento e più. Per la nuova Repubblica lituana si aprono ampie opportunità economiche: è situata a meno di 1600 chilometri dall'Europa occidentale, è istruita e capace. Attualmente i suoi lavoratori guadagnano un decimo dei salari della Corea del Sud. Il nuovo governo ha chiarito la sua determinazione a sostituire il rublo sovietico con una valuta reale e ad avviarsi verso un'economia di mercato. L'economia lituana perderà le sue catene sovietiche, ma anche le importanti sovvenzioni per le materie prime che riceveva come Stato sovietico. Come sempre quando si richiede un intervento chirurgico radicale, le cose peggiorano prima di migliorare. E' qui che l'Occidente può intervenire. Sembra un'ironia il fatto che gli Stati Uniti, che non hanno mai riconosciuto la conquista sovietica dei Paesi baltici e ogni anno proclamavano la loro fedeltà all'indipendenza lituana, ora facciano marcia indietro e sollecitino negoziati regolari. Il riconoscimento americano della Lituania faciliterebbe l'afflusso di aiuti. Il coraggioso passo della Lituania avvia inoltre quello che potrebbe essere lo smantellamento dell'impero sovietico. Molte altre Repubbliche sovietiche seguiranno presto l'esempio. La risposta dell'Occidente a queste richieste potrebbe determinare il futuro di quella che è ora l'Unione Sovietica e, con questo, la configurazione geopolitica del mondo all'inizio del nuovo millennio. Lawrence Summers Copyright «New York Times» e per l'Italia «La Stampa» Lawrence Summers, professore di Economia ad Harvard, è consigliere economico dei premier lituano Gorbaciov rilancia la sfida al Baltico (e pure la Georgia vuole separarsi)

Persone citate: Gorbaciov, Lawrence Summers, Michail Gorbaciov, Stalin