Un rabbino decreta la fine del governo Shamir di F. A.
Un rabbino decreta la fine del governo Shamir ISRAELE Il laborista Peres, che controlla più seggi in Parlamento, avvantaggiato per la designazione a nuovo premier Un rabbino decreta la fine del governo Shamir Dopo una rissa mi piano Baker, il capo di un partito religioso apre la crisi GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Il governo di unità nazionale israeliano si è spaccato ieri dopo aver cercato invano di concordare una risposta alle proposte statunitensi per avviare al Cairo un dialogo israelo-palestinese. Ieri, al termine di una drammatica seduta durata oltre 10 ore, il governo di Shamir è caduto, quando la Knesset ha approvato con 60 voti a favore e 55 contro la mozione di sfiducia presentata dai laboristi. Shamir continuerà per ora a guidare un governo di transizione dal quale i laboristi sono esclusi. Nei prossimi giorni il capo dello Stato Haim Herzog avvierà le consultazioni fra ì partiti per individuare l'esponente Eolitico con le maggiori probailità di formare un nuovo governo; il leader laborista Shimon Peres appare avvantaggia¬ to in quanto rappresenta 39 seggi in Parlamento; Shamir da ieri, con la scissione della fazione liberale, ne dispone 35. «Il processo di pace si è adesso incastrato e me ne dolgo — ha detto l'ex ministro della Difesa Rabin, laborista, subito dopo il voto —. Non mi dispiacerebbe tuttavia che fosse concordata una nuova edizione del governo di unità nazionale». Frenetici tentativi di mediazione fra laboristi e Likud sono durati fino a un'ora prima del voto, dopo che in mattinata alla Knesset Peres e Shamir si erano scambiate pesanti accuse. «Shamir rappresenta il vecchiume; teme tutto e tutti, non si fida nemmeno dei suoi compagni di partito», ha notato il leader laborista; «non si può assolutamente fare affidamento sulla sua parola». Il leader del Likud ha replicato accusando l'ex vicepremier di «irresponsabilità» e di aver sabotato sistematicamente la politica del governo, «accogliendo automaticamente le proposte degli arabi», giunte di volta in volta attraverso mediatori egiziani o statunitensi. Il Primo Ministro ha aggiunto: «Non tendano la pace, temiano coloro che si affrettano a fare concessioni». L'esito del voto e la sorte del governo (il primo dalla fondazione dello Stato d'Israele a essere sconfitto da una mozione di sfiducia) non sono stati definiti fra le mura della Knesset, bensì nelle abitazioni di due noti rabbini, la cui autorità morale è vincolante per due partiti religiosi ultraortodossi, il cui voto era ieri determinante. Il novantaduenne rabbino Eliezer Shach ha ordinato ai due membri del partito Degel Hatorah di appoggiare Shamir; l'ex rabbino capo (sefardita) Ovadia Yossef ha invece tentato una mediazione dell'ultima ora convocando nella sua abitazione Shamir, Peres e Rabin e proponendo loro una formula che prevedeva l'annullamento del licenziamento dei ministri laboristi e che accoglieva le proposte del segretario di Stato James Baker sul dialogo israelo-palestinese. Shamir ha detto di non essere in grado di accogliere le proposte del rabbino in quanto prima doveva vincere le resistenze nel Likud. Ovadia Yossef lo ha allora punito ordinando a cinque deputati del partito Shas di assentarsi dal voto, concedendo così la vittoria ai laboristi. «E' una giornata nera per la democrazia israeliana» ha commentato il deputato di sinistra Yossi Sarid; «le decisioni fondamentali non sono prese dai legittimi rappresentanti del popolo ma da rabbini». In precedenza Shimon Peres aveva accennato alla possibilità di un negoziato di pace fra Israele e Siria per la smilitarizzazione delle alture del Golan, occupate nel 1967 durante la guerra dei sei giorni. Peres ha vinto ieri una prima battaglia riuscendo a far cadere un governo in cui da mesi diceva di non avere più fiducia e prevalendo su Rabin, strenuo difensore fino all'ultimo del governo di unità nazionale. «Intendo formare adesso un governo di pace» ha detto Peres. Per farlo dovrà trovare una piattaforma comune fra almeno sette partiti molto eterogenei fra di loro, che includono da un lato alcune liste ultraortodosse e dall'altro l'estrema sinistra. Shamir, da parte sua, dovrà adesso affrontare una dura opposizione interna. Per aumentare le probabilità di formare un nuovo governo il Likud potrebbe sostituire il discreditato Shamir con un nuomo nuovo come il vicepremier David Levy. [f. a.]
Luoghi citati: Cairo, Gerusalemme, Israele, Siria
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