Bari, espulsi 17 clandestini

Bari, espulsi 17 clandestini Bari, espulsi 17 clandestini La Cgil attacca: colpo di mano della questura BARI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Diciassette dei cinquantaquattro clandestini asiatici bloccati il 22 febbraio scorso nel porto di Bari sono partiti per la Grecia, con un aereo dell'Aeronautica militare. Sono quattro indiani, due pakistani e undici dello Sri Lanka. Gli altri, probabilmente, partiranno nei prossimi giorni, in attesa che finisca l'inchiesta del sostituto procuratore, dottor Magrone. Il giudice sta cercando di identificare i vertici dell'organizzazione che, dietro compenso, ha pollato i clandestini in Italia. E' stata proprio l'esigenza di ascoltare gli asiatici che ha fatto ritardare la partenza. Gli altri clandestini continuano ad essere ospitati nella casa di riposo per profughi «Santa Chiara», nella città vecchia. Le prime partenze sono però state accompagnate da polemiche. L'assessore al Lavoro della Provincia di Bari ha espresso la protesta «contro il metodo brutale adottato dalla polizia che, tra l'altro, non ci ha informati di questa decisione, considerato che proprio grazie all'interessamento della Provincia era stato possibile dare ospitalità ai 54 clandestini». Anche la Cgil, che ha offerto assistenza legale ai 54 clandestini, ha protestato per «l'incredibile e scorretto colpo di mano della questura di Bari», che ha eseguito il provvedimento di respingimento già emesso dalla polizia di frontiera. Il sindacato si è dichiarato «sconcertato e offeso per l'irresponsabile e gravissimo atteggiamento della questura», spiegando che «l'iniziativa ha interrotto bruscamente contatti che avrebbero potuto consentire di risolvere positivamente la vicenda». «Carpendo la buona fede e la fiducia della Cgil — è scritto nella nota — si è impedito agli extracomunitari di esercitare un diritto che la Costituzione riconosce a tutti». Il segretario regionale aggiunto della Cgil, Mario Loizzo, ed i tre avvocati del collegio legale hanno sottolineato che tutto è avvenuto mentre era in corso una trattativa con il questore, Roberto Capasse ed il consigliere diplomatico della vicepresidenza del Consiglio, Francesco Caruso, «per studiare procedure che consentissero la permanenza in Italia almeno per una parte dei 54 stranieri, considerato anche che sono pervenute per alcuni di loro offerte di lavoro». Così gli avvocati hanno soprasseduto alla presentazione dei ricorsi al Tar della Puglia contro il decreto di respingimento alla frontiera. Quelli dei 37 stranieri tuttora a Bari probabilmente saranno depositati questa mattina. «Gli altri 17 — ha dichiarato l'avv. Parodi — non possono più esercitare il loro diritto perché sono stati fatti partire prima che firmassero i relativi atti». La partenza dei 17 asiatici — fa notare la Cgil — è avvenuta mentre il collegio legale attendeva di conoscere i verbali della commissione paritetica, avendo chiesto più volte di sapere «le motivazioni del giudizio generalizzato» espresso con la dichiarata «irricevibilità» delle domande di asilo politico. Il gruppo del pei al Consiglio regionale ha presentato, sulla vicenda dei clandestini, un ordine del giorno. Si chiede che «la commissione paritetica riesamini l'intera questione compiendo accertamenti più approfonditi sull'effettiva provenienza dalla Grecia». Nel documento si sottolinea anche che la delicatezza della vicenda è determinata dal fatto che si tratta del primo significativo caso di applicazione della nuova legge in materia di immigrazione extracomunitaria e che l'interpretazione normativa che ne verrà data rappresenterà in seguito un importante precedente. [v. e]

Persone citate: Francesco Caruso, Magrone, Mario Loizzo, Parodi, Roberto Capasse

Luoghi citati: Bari, Grecia, Italia, Puglia