Rinasce la Chiesa romena
Rinasce la Chiesa romena Dopo l'era Ceausescu, possibile ripresa dei rapporti diplomatici Rinasce la Chiesa romena Il Papa, dopo 42 anni, nomina dodici vescovi CITTA' DEL VATICANO. Dopo 42 anni la Romania ha di nuovo tutti i suoi vescovi: ieri il Papa ha nominato in un sol colpo dodici presuli per altrettante diocesi del Paese, ricostituendo così interamente la gerarchia mutilata dalle persecuzioni. L'atto compiuto ieri in Vaticano fa uscire dalla clandestinità la Chiesa cattolica di rito orientale. Come i più noti «uniati» dell'Ucraina, anche in Romania esistono dei cattolici che seguono nella liturgia non il rito latino bensì quello orientale o greco. Sulla falsariga di ciò che era accaduto in Urss dopo il 1946, anche in Romania gli «uniati» locali sono stati ufficialmente cancellati, e la loro esistenza legale negata. Nel 1948 (con due anni di ritardo sulla decisione di Stalin relativa agli uniati ucraini) la chiesa cattolica di rito orientale veniva soppressa, e le 5 diocesi esistenti erano annesse alla chiesa ortodossa. La caduta di Ceausescu ha riaperto spazi di libertà insperati. E così ieri Giovanni Paolo II ha potuto, senza dover chiedere un consenso preventivo all'attuale governo di Bucarest, nominare sette vescovi di rito latino e cinque di rito orientale. A due anziani presuli il Pontefice ha riservato il titolo di arcivescovo, come «attestato di alta stima» per le sofferenze, il carcere e le torture patite. Si tratta di mons. Adalbert Boros, di 78 anni, e di mons. Ioan Chertes, di 79 anni. Altri meritano di essere menzionati: fra questi mons. Alexandru Todea, 78 anni, nominato vescovo di Fagaras e Alba Julia. Consacrato clandestinamente nel novembre del 1950, nel 1951 venne arrestato, processato e condannatto a vita. Fu amnistiato nel 1964. «Questo è un giorno che aspettavamo da molti anni» ha detto il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro. Il decreto di soppressione della Chiesa cattolica di rito orientale è stato abrogato dal nuovo governo romeno, ed è stato sospeso il decreto sui culti, che riguardava la Chiesa cattolica di rito latino. I cattolici in Romania sono stimati in circa 2 milioni e 800 mila (su una popolazione complessiva di quasi 23 milioni). Ma si tratta di cifre approssimative, perché la condizione di clandestinità in cui è sopravvissuta finora la Chiesa di rito orientale rende impossibile allo stato attuale un censimento. La Santa Sede attende che una nuova legge sui culti le permetta di ricostituire nel Paese gli ordini religiosi cancellati nel 1948. E non è escluso che Bucarest possa chiedere la ripresa di rapporti diplomatici con il Vaticano. Marco Tosattì
Persone citate: Adalbert Boros, Alba Julia, Alexandru Todea, Ceausescu, Giovanni Paolo Ii, Ioan Chertes, Joaquin Navarro, Stalin
Luoghi citati: Bucarest, Citta' Del Vaticano, Romania, Ucraina, Urss
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