Suicida Bettelheim, il Freud dei bambini di Tilde Giani Gallino
Suicida Bettelheim, il Freud dei bambini Con amore e creatività, ha stupito il mondo rivoluzionando la terapia delle psicosi infantili Suicida Bettelheim, il Freud dei bambini Lo studioso, emigrato in Usa dopo Dachau, aveva 86 anni WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A 86 anni, Bruno Bettelheim, uno dei massimi studiosi dell'infanzia, si è tolto la vita, soffocandosi con un sacchetto di plastica. Dopo avere trascorso alcuni mesi in una clinica privata per anziani a Silver Spring, presso Washington, e avere superato un infarto, l'illustre psicoanalista che conobbe Freud e introdusse un trattamento rivoluzionario per i bambini psicotici ha scelto il suicidio. La notizia è stata data solo ieri, senza dettagli. Accanto al corpo, una nota d'addio tenuta segreta - indirizzata ai tre figli. Bruno Bettelheim era rimasto vedovo nell'84, ma, soprattutto, pesava tuttora dolorosamente sulla sua esistenza la prigionia a Dachau e Buchenwald, dove i nazisti l'avevano internato come ebreo dopo l'Anschluss della sua Austria (lo studioso era viennese). Uomo tanto disponibile nella cura amorosa dell'infanzia quanto pugnace nel rapporto personale di lavoro, nelle ultime settimane Bettelheim era parso in preda a una crisi depressiva. In una delle ultime interviste, questo grande medico che aveva fatto della famiglia e dell'ottimismo la sua ragione di vita si era mostrato pessimista: «Il mondo di domani - aveva detto - è un mondo in cui ci si sentirà più soli». Robert Gottlieb, l'ex direttore della casa editrice Knopf, che pubblicò alcuni suoi libri, ha dichiarato: «Il suo gesto ci sembra incomprensibile. E' stata la resa di un combattente irriducibile, che ha provocato le nostre coscienze e ci ha costretto a prendere atto delle nostre grandi manchevolezze verso il mondo dei bambini». La tragica fine dello studioso è giunta al termine di un inarrestabile declino fisico. Ritiratosi dalla Monogenie School di Chicago nel '73, Bettelheim aveva ottenuto una cattedra all'Istituto Hoover, in California, dove aveva insegnato e approfondito le ricerche. Due fra i suoi libri più famosi, «Il Mondo incantato» e «Un genitore quasi perfetto», che considerava un testamento spirituale, vennero pubblicati in quel periodo. Pur lasciandogli intatta la mente, l'età aveva però minato il suo corpo, e nell'88 Bettelheim si era trasferito a Spring Valley per essere curato vicino a una delle figlie, residente a Washington. Dalla scorsa estate, rifiutava interviste: «Le mie vecchie ossa - diceva - non ce la fanno più. Sono molto stanco, voglio riposare». Il suicidio di Bettelheim, che era stato strappato al campo di concentramento nel '39 dalla moglie di Roosevelt, ha scon¬ volto l'America come quello di Hemingway una trentina di anni fa. Per volontà del defunto, la data e la località delle esequie sono state indicate solo agli intimi, ma migliaia di telegrammi e di mazzi di fiori sono giunti alla clinica di Spring Valley. Robert Coles, noto psichiatra infantile Usa, ha dichiarato che «l'impatto culturale di Bettelheim va ben oltre la psicoanalisi, come quello del suo maestro Freud». «E' stato un uomo di estrema sensibilità morale e letteraria - ha aggiunto Coles - e di straordinario eroismo personale. Nella sua scuola di Chicago ha creato l'opposto del campo di concentramento: una casa, una famiglia, dove gli adolescenti difficili trovavano innanzitutto affetto». Ennio Ca retto ALTRO SERVIZIO DI Tilde Giani Gallino NEL FASCICOLO CULTURA
Luoghi citati: America, Austria, California, Chicago, Usa, Washington
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