Tir fermi, Italia senza benzina
Tir fermi, Italia senza benzinaChiusi i distributori, non arrivano rifornimenti di materie prime all'industria Tir fermi, Italia senza benzina La Fiat mette in libertà migliaia di lavoratori ROMA. Distributori di benzina all'asciutto. Migliaia di lavoratori messi in libertà dalla Fiat, dove il mancato arrivo dei materiali sta bloccando la produzione. Crisi nei mercati alimentari, dove frutta e verdura scarseggiano e i prezzi cominciano a salire. Borsa nera di carburante a Napoli e al confine con la Svizzera. Tensione e violenza in molte regioni d'Italia. Lo sciopero degli autotrasportatori - indetto soltanto da tre sindacati «ribelli» che hanno rifiutato l'accordo con il governo sottoscritto dalle altre dieci organizzazioni di categoria - rischia di paralizzare il Paese. Per la benzina siamo ormai all'emergenza: le compagnie petrolifere sono in grado di assicurare soltanto il 10 per cento del fabbisogno nazionale, mentre la paura di affrontare il week-end con il serbatoio vuoto induce migliaia di automobilisti ad assediare i distributori. Le poche autobotti in servizio viaggiano scortate da polizia e carabinieri. Ieri sera, il black out si è este- so all'industria. A Cassino la Fiat ha fermato la produzione e seimila lavoratori sono stati messi in libertà. Stamani si bloccheranno Termini Imerese e probabilmente Chivasso. Poi, entro domani, toccherà ad altri 45 mila operai del gruppo. La produzione - annunciano in corso Marconi, a Torino - sarà comunque recuperata al termine dello sciopero. Difficoltà anche per l'agricoltura: specie al Sud, dove l'impossibilità di rag¬ giungere i mercati di vendita ha «congelato» la raccolta delle primizie. I coltivatori, già colpiti dalla siccità, temono danni irreparabili. Anche ieri non sono mancate le esplosioni di violenza. Nonostante la sorveglianza delle forze dell'ordine, la tensione tra i camionisti che scioperano e quelli che non hanno aderito alla protesta ha raggiunto toni da parossismo. A Torino un camionista che non si era fermato a un blocco stradale organizzato dai suoi colleghi in sciopero è stato accoltellato. In Puglia, sull'autostrada tra Cerignola e Canosa, un Tir è stato colpito da un masso lanciato da un cavalcavia. A Treviso una bomba molotov è stata lanciata contro un autocarro. A Genova un camion è stato incendiato nella zona portuale di San Benigno. A Foggia due camionisti sono stati arrestati: avevano picchiato a sangue un venditore ambulante che aveva cercato di forzare un picchetto. Sassaiole e tagli di gomme si sono registrati un po' ovunque. Dopo tre giorni di sciopero, cominciano a fiorire anche i fenomeni di contrabbando e mercato clandestino. A Como centinaia di automobilisti fanno la spola con il Canton Ticino, dove la benzina non manca. A Napoli i prezzi della super «in nero» hanno raggiunto cifre da capogiro: appostati con le taniche piene a pochi metri dai distributori chiusi, i venditori abusivi chiedono 4 mila lire al litro per un rifornimento. La protesta degli autotrasportatori dovrebbe proseguire fino alle 8 di domenica, ma sulla ripresa dell'attività grava la minaccia dei sindacati in sciopero: «Se il governo non muterà il proprio atteggiamento - ha detto ieri il segretario generale della Fita, Angelo Valenti - proclameremo un altro blocco». Il caos, insomma, potrebbe anche continuare. SERVIZI ALLE PAGINE 2 e 3
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