La prima volta della Virtus

La prima volta della Virtus A Firenze successo dei cestisti della Knorr nella finalissima di Coppa delle Coppe La prima volta della Virtus I bolognesi superano il Real Madrid FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Bologna, alla grande. Più di quanto non dica il punteggio: 79-74. La Virtus Knorr da ieri sera è tra le grandi d'Europa. Un traguardo storico, inseguito per anni e raggiunto grazie ad un grande campione, un exdrogato che ha saputo tornare sulla giusta strada e ieri sera è stato strepitoso, e a un playmaker di riserva. Bologna deve il suo primo trofeo continentale, la Coppa delle Coppe, ai numeri e al cuore di Michael Ray «Sugar» Richardson e all'eccezionale serata di Claudio Coldebella, 22 anni, un azzeccato acquisto dell'ultima estate per la squadra di Ettore Messina. Battere il Real Madrid, si diceva alla vigilia, di questi tempi non è una grande impresa. Le camisetas blancas quest'anno sono perseguitate dalla sfortuna. Dalla mprte di Fernando Martin alle scelte degli americani, ai cinque infortuni pesanti di questa stagione. E invece al Palagiglio (7000 spettatori, tra cui 500 madrileni, 180 milioni d'incasso) non è stato facile domare una squadra che, alle spalle, aveva il consueto orgoglio e l'esperienza di diciassette finali europee in trent'anni. Merito di Richardson e Coldebella, si diceva, il play italiano, cresciuto nel fertile vivaio mestrino, è stato gettato nella mischia da Messina a metà del primo tempo, quando Knorr e Real si fronteggiavano con un divario massimo di un paio di punti e i bolognesi avevano non poche difficoltà (soprattutto Brunamonti) ad arginare i furetti madrileni, Frederich, Anderson e soprattutto Llorente, che infilavano canestri su canestri in micidiali contropiede. L'entrata di Coldebella creava nuovi spazi per capitan Brunamonti, che tornava ad essére la stella di prima grandezza che tutta Europa conosce. E nella ripresa la riserva ha sostituito il play titolare infortunato, senza che nessuno se n'accorgesse. Il fuoriclasse nero invece ha avuto il merito di tenere a galla la barca bolognese, da solo, nel momento decisivo del match. «Sugar», in un crescendo mozzafiato, ha segnato nove punti di fila tra il 7' e il 10' del primo tempo, facendo volare la Knorr, rimontando da 13-18 a 22-18. Poi, nella ripresa, «Zucchero» ha fatto di tutto: ha stoppato, recuperato palloni, catturato rimbalzi e soprattutto ha fatto saltare il sistema nervoso dei madrileni. Insomma, «Sugar» è stato immenso, l'autentico leader di questa Virtus che ha trascinato all'entusiasmo i suoi tifosi, Gigi Maifredi in testa, avvolto in un (profetico?) bandierone bianconero... Messina, all'inizio, era partito con il solito quintetto: Brunamonti, Richardson, Binelli, Johnson e Bon. Dall'altra Karl (che a Madrid ha pronte le valigie, anche se Mendoza dovrà pagargli i 210 milioni pattuiti per l'ingaggio del prossimo anno) aveva risposto con Llorente, Anderson, Romay, Frederick e Martin. Con i nervi a fior di pelle (primo canestro, di Romay, su tiro libero dopo 2'06) i due quintetti cercano il loro gioco preferito: contropiede madrileno, con decine di improvvisi cambi di difesa, gioco più ragionato bolognese, con Brunamonti in difficoltà. Poi lo show di «Sugar» e l'entrata di Coldebella... e la Knorr vola. I bolognesi non si faranno più raggiungere, amministrando saggiamente anche nella ripresa il vantaggio. Alla fine, poi, le gambe tremavano. Il coro dei 6500 («Campioni, campioni») si levava altissimo, e centrare il canestro diventava sempre più difficile. Per questo i 5 punti di divario finali non corrispondono all'esatto andamento del match. Ma non importa: il Real, questo Real da rifondare, forse non meritava una lezione più severa. E alla Virtus bastava tornare a Bologna con quella Coppa Coppe (che probabilmente significa anche il rinnovo della sponsorizzazione Knorr per un miliardo), la prima, da chiudere in bacheca. I madrileni, in fin dei conti, ne hanno già quattordici... Flavio Corazza