La Bundesbank spiega il nuovo marco

La Bundesbank spiega il nuovo marco A Basilea Poehl a confronto con i governatori, Sarcinelli cerca l'accordo sull'Europa fiscale La Bundesbank spiega il nuovo marco Cambio alla pari con Berlino Est, ma freni antinflazione BASILEA DAL NOSTRO INVIATO La riunione mensile del Comitato dei Governatori delle banche centrali europee si è trasformata in un importante vertice finanziario ed economico. C'erano infatti il presidente della Commissione Cee, Jacques Delors, e Mario Sarcinelli, direttore generale del Tesoro, in veste di presidente del Comitato monetario europeo. Sul tavolo due scadenze decisive per l'Europa: quella del 18 marzo, con le elezioni politiche nella Germania Est e il vertice dei ministri finanziari Cee di fine marzo a Dublino dedicato al processo di integrazione economica e monetaria Cee. Proprio alla scadenza di Dublino è legata la partecipazione di Sarcinelli: in Irlanda dovrà esser sciolto il nodo fiscale dell'Europa dei capitali e le posizioni tra l'Italia e la Germania, contraria a un livello minimo comune, la distanza continua au essere cospicua. «E' stato un incontro preparatorio del consiglio dei ministri finanziari», ha detto il governatore della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dal direttore generale, Lamberto Dini, aggiungendo che «Poehl ci ha fatto una relazione sulla situazione tedesca». Proprio il presidente della Bundesbank non ha voluto fare commenti sulla riunione, né precisare i contenuti del suo intervento, a pochi giorni dal decisivo appuntamento elettorale di domenica che potrebbe accelerare il processo di riunificazione tra Bonn e Berlino. Tuttavia è possibile delineare almeno parzialmente le prossime mosse del governo della Germania federale. Due decisioni, in sostanza, sono già state prese dalle autorità economiche e monetarie di Bonn. La prima: completa liberalizzazione degli investimenti dell'Ovest nella Germania Democratica. La seconda: conversione alla pari, un marco dell'Ovest contro un marco dell'Est, per le divise dei due Paesi. Proprio ieri il mini stro dell'Economia di Bonn, Haussmann, ha confermato che la conversione «uno a uno» è realizzabile anche se sarà inizialmente limitata ai depositi bancari. Poi si vedrà. Difficile prevedere quale sarà l'impatto di queste due mosse sulle economie tedesca ed europea. Sicuramente ci saranno diversi miliardi di marchi di più in circolazione, con possibili effetti inflazionistici. In questo caso non è da escludere un aumento dei tassi tedeschi con conseguenze dirette anche sulle altre divise dello Sme. Poehl ha cercato di rassicurare i suoi colleghi ma la riunificazione delle due Germanie pone problemi politici ed economici. Proprio la presenza di Delors alla riunione dei Governatori riveste un significato politico in questa fase delicata: confermare il valore strategico del processo di integrazione tra i Paesi Cee (unificazione monetaria, Banca centrale europea) in un momento in cui Bonn potrebbe privilegiare la carta tedesca. Si tratta, poi, di capire quale spazio esiste per un intervento economico della Cee nell'unificazione tra le due Germanie. Il rischio, già denunciato, è che l'unificazione venga interpretata da Bonn come una semplice annessione di un territorio, di un mercato, di una potente forza lavoro da organizzare e governare. Nei giorni scorsi proprio uno dei maggiori im¬ prenditori tedesco-occidentali, Detlev Rohwedder, presidente del colosso siderurgico Hoesch, ha detto che il governo federale «dovrebbe incoraggiare gli altri Paesi, in particolare Francia e Gran Bretagna, a investire nella Germania dell'Est per evitare i timori di un monopolio di Bonn». Sul fronte Cee l'invito rivolto dai Governatori al presidente del Comitato monetario europeo, Sarcinelli, a partecipare alla riunione di ieri conferma i propositi di attuare, nei tempi previsti, le diverse tappe dell'integrazione. Problemi? «Ci sono sempre — si è limitato ad osservare Sarcinelli — ma se c'è buona volontà si superano». Il vertice di Dublino sarà l'occasione per valutare le prime conseguenze dei risultati elettorali della Germania Orientale. Per l'Italia ci sarà anche l'impegno di presentare le misure annunciate, ma non ancora decise, per arrivare alla completa liberalizzazione del mercato dei capitali, prevista per la prossima estate. In pratica significa che il governo dovrà riprendere al più presto in considerazione due progetti essenziali, di cui si è già discusso: la tassazione dei capital gains, la riduzione dal 30 al 20% dell'imposta sui depositi bancari. Rinaldo Gianola ti I presidente della Bundesbank, Karl Otto Poehl