Germanie, la crisi dei soldati di Emanuele Novazio

Germanie, la crisi dei soldati Germanie, la crisi dei soldati Due eserciti travolti dalle macerie del Muro BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le brecce nel Muro e l'imminenza dell'unificazione fanno la prima vittima di massa, all'Ovest e all'Est i soldati tedeschi soffrono la mancanza di un «nemico»: nella sua rovina improvvisa e fragorosa, il mito sinistro dell'aggressione e della vigilanza ad ogni costo ha portato via con sé la certezza del ruolo, e migliaia di persone hanno perso ragion d'essere, giustificazione sociale, sicurezze. E' l'allarme, al di qua e al di là del Muru: «I cambiamenti politici in corso all'Est rendono insufficienti le risposte date finora per giustificare l'esistenza delle Forze armate e per garantire il consenso nei confronti dell'esercito tedesco occidentale», ha denunciato in Parlamento il responsabile.per i problemi della Bundeswehr, Willi Weiskirch. Perché l'eruzione politica e sociale che ha sconvolto l'Est ha messo «in serie difficoltà molti giovani soldati», gli ha «tolto le motivazioni», anche se li ha resi più attenti, forse, all'aggressività dei superiori: i reclami delle reclute occidenta¬ li sono stati oltre diecimila negli ultimi dodici mesi, secondo un rapporto del Bundestag. Un record nella storia della Bundeswehr, un esercito di cinquecentomila uomini: perché «non diminuisce, purtroppo, il numero di ufficiali e sottufficiali che pensano di farsi rispettare soltanto ad alta voce e con parole umilianti e offensive». Non c'è sollievo neanche all'Est. Da quando s'è aperto il Muro, oltre diecimila soldati dell'Esercito nazionale popolare hanno chiesto informazioni per passare nella Bundeswehr, e duemila ufficiali e trecento soldati hanno fatto richiesta formale alle autorità di Bonn. L'esercito ancora di recente considerato la «punta di diamante del Patto di Varsavia», è minato da una «profonda crisi di fiducia», come riconosceva ieri il presidente dell'Unione dei soldati di mestiere, colonnello Eckard Nickel: reclute e ufficiali «si domandano che senso e quale utilità abbia ancora il loro esercito». E' demoralizzato: dalla base senza più nemico, ai quadri superiori, ancora con i privilegi dei tempi di Honecker, duemila marchi almeno di stipendio contro i mille e cinquecento di un ingegnere, ma senza più il rango e le certezze di allora. E' la disperata crisi del simbolo forse più eloquente del regime di Erick Honecker, un esercito tanto efficiente e addestrato da costringere il Patto di Varsavia a interrompere le manovre «Amicizia 88» perché le truppe sovietiche non ce la facevano a tenergli testa: oggi, quella stessa Armata nazionale popolare lamenta scioperi fra i suoi 170 mila effettivi, denuncia casi di disobbedienza, subisce manifestazioni di piazza, ma soprattutto deve fare i conti col problema delle diserzioni, fino al 50 per cento secondo fonti occidentali smentite da Berlino Est, che parla di «500 o mille casi al massimo». Il malessere è profondo, gli esempi sono tanti. «Non abbiamo più un nemico, non vogliamo più sparare», hanno risposto le reclute di un battaglione al loro comandante, e l'esercitazione nel cuore della Ddr, il 6 febbraio di quest'anno, è saltata. Il mese scorso, un reggimento si è rifiutato di entrare nello stesso campo dei «fratelli di classe» sovietici, vicino a Potsdam: da allora, i due eserciti non fanno più esercitazioni comuni. Il battaglionetRau, a Peenemuende, avrebbe dovuto accogliere trecento giovani reclute, a fine aprile: il suo comandante, il colonnello Dietze, è stato avvertito che ne arriveranno 85, ma non si fa illusioni: «Non saranno tanto numerosi». E' uno choc dai cento effetti, mentre non si intravede una «riunificazione degli eserciti». Se le reclute hanno perso motivazioni e scappano, gli ufficiali «sono disperati», secondo quanto ha dichiarato uno di loro allo «Spiegel»: perché «da sempre avevano imparato a dare ordini», e la loro vita si svolgeva intorno a questo rapporto brutale ma semplice e definitivo. Le brecce nel Muro hanno sgretolato, nella sostanza almeno, anche l'articolo ventidue della legge sul servizio militare, quella che imponeva di «eseguire gli ordini con precisione e senza contraddizioni»; la discussione alla quale i soldati e il tumulto della storia li costringono, adesso, «è e resterà cosa strana», per loro. Un modo bizzarro di sconvolgere la vita e di annegarne il senso. Emanuele Novazio

Persone citate: Eckard Nickel, Erick Honecker, Honecker, Willi Weiskirch

Luoghi citati: Berlino Est, Bonn, Ddr, Potsdam