Lituania, negoziato in sordina
Lituania, negoziato in sordina Lituania, negoziato in sordina Gorbaciov duro a parole: «Strappo illegittimo» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sullo strappo lituano, Michail Gorbaciov ha indurito il tono. Anticipando la risposta formale affidata al governo e al Soviet supremo e attesa per la fine della settimana, il capo del Cremlino ha detto che la dichiarazione d'indipendenza della Lituania «appare illegittima è quindi non valida». Illegittima e non valida perché se una delle 15 Repubbliche che formano l'Urss vuole lasciare l'Unione deve seguire la strada fissata dalla nuova legge sulla secessione. Così non è stato, il Parlamento lituano ha compiuto un passo «che non era di sua competenza» e adesso è inutile che reclami trattative con Mosca. «Non ci possono essere trattative di questo tipo. I negoziati si fanno con gli Stati stranieri», ha detto Gorbaciov, sollevando un fragoroso applauso nel Congresso straordinario dei deputati. Ma, ancora una volta, alla fermezza ufficiale delle posizioni corrisponde una buona dose di flessibilità nei fatti. Certo, il confronto tra Vilnius e il Cremlino si conferma difficile. Ma già ieri Gorbaciov ha avuto un lungo colloquio a tu per tu con il leader del partito comunista indipendentista, Algirdas Brazauskas, che molti interpretano come l'avvio — discreto e informale — di quella trattativa che viene dichiara¬ tamente negata. «I legami non si sono spezzati e Gorbaciov non mi ha rivolto rimproveri», ha detto Brazauskas, che pure ha votato domenica nel Parlamento di Vilnius l'indipendenza della Repubblica. Il segretario del pc indipendentista (in Lituania c'è anche una tendenza minoritaria co¬ munista rimasta fedele a Mosca) potrebbe, anzi, rivelarsi come l'uomo della mediazione. Questa, almeno, è la sua speranza. Brazauskas ha già previsto «quattro mesi molto difficili» per la Lituania indipendente. E' nei prossimi quattro mesi che, secondo il leader comuni- sta lituano, dovrebbe giocarsi il destino della secessione. Prima con una serie di mosse e contromosse «dure»: quelle già avviate da una parte con l'autoproclamazione d'indipendenza e, dall'altra, con il suo rifiuto e quelle che verranno nelle orossime settimane, «in particolare ritorsioni economiche». Ma poi dovranno inevitabilmente arrivare mosse e contromosse «di compromesso». E un altro deputato comunista lituano, Nikolai Medvedev, già ipotizza anche una soluzione. «Nel Baltico si va verso uno statuto paragonabile a quello che aveva la Finlandia ai tempi dell'impero zarista». La Finlandia, che fu annessa dallo zar Alessandro I nel 1809, ottenne in base all'«atto di assicurazione» di Porvoo nel 1811 il rispetto delle sue leggi fondamentali, del suo Parlamento e del suo diritto di battere moneta. Una situazione che mantenne fino al 1917 quando, alla disgregazione dell'impero russo seguita alla Rivoluzione, conquistò finalmente la sua indipendenza. Secondo Nikolai Medvedev, naturalmente, il «patto di Porvoo» dovrà essere attualizzato e adattato alla realtà baltica. Ma questa potrebbe essere una «via d'uscita». E la trattativa potrebbe cominciare molto presto: già venerdì, secondo Nikolai Medvedev. Una trattativa non «tra Stati stranieri», ma tra la commissione che il Soviet delle Nazionalità, convocato per domani a Mosca, dovrebbe istituire e la commissione che verrebbe designata dal Parlamento lituano. Le forme, insomma, sarebbero rispettate. Ma, in sostanza, si tratterebbe di quel negoziato che Vilnius reclama. E ieri, dalla tribuna del Congresso straordinario dei deputati, un altro parlamentare lituano, Vaidotas Antanaitis, ha ripetuto davanti a un uditorio silenzioso che la Lituania si considera ormai indipendente, che nel 1940 fu annessa dall'Urss con la forza, che le leggi sovietiche non saranno più applicate nel territorio repubblicano e che i 36 deputati lituani presenti al Congresso «sono qui soltanto come ospiti invitati e non prenderanno parte alle votazioni». Il braccio di ferro continua. [e. s.] IL NUOVO PRESIDENTE DAL 1994 IL PRESIDENTE SARA' ELETTO DAL POPOLO A SUFFRAGIO UNIVERSALE PER UN PERIODO DI 5 ANNI SONO POSSIBILI SOLO DUE MANDATI E' IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE ARMATE E COORDINA L' ATTIVITÀ' DEGLI ORGANI DELLO STATO PER GARANTIRE LA DIFESA DEL PAESE DICHIARA LO STATO DI GUERRA IN CASO DI ATTACCO ARMATO CONTRO L'URSS. PUÒ' DICHIARARE LA MOBILITAZIONE TOTALE 0 PARZIALE DESIGNA E PROPONE AL SOVIET SUPREMO IL PRIMO MINISTRO, IL CAPO DELLA COMMISSIONE DI CONTROLLO, IL CAPO DELLA CORTE SUPREMA, IL PROCURATORE GENERALE E IL CAPO DELLA COMMISSIONE DI ARBITRAGGIO DELLO STATO SU PROPOSTA DEL PRIMO MINISTRO NOMINAI MEMBRI DEL GOVERNO E LI PROPONE ALL'APPROVAZIONE DEL SOVIET SUPREMO PUÒ'PRENDERE PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI SOTTO FORMA DI DECRETI E INDIRE REFERENDUM TRATTA E SOTTOSCRIVE GLI ACCORDI INTERNAZIONALI, NOMINA GLI AMBASCIATORI DELL' URSS IN ALTRI PAESI E PRESSO LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI I POTERI BOCCIATI NON PUÒ' PROCLAMARE LO STATO 0' EMERGENZA SENZA CONCORDARLO CON I PARLAMENTI DELLE REPUBBLICHE SlOM PUÒ' SOSPENDERE ! PARLAMENTI DELLE REPUBBLICHE
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