Alla ricerca del gusto perduto

Alla ricerca del gusto perduto Convegno a Torino: perché la gente mangia meno carne bovina? Alla ricerca del gusto perduto Le razze migliori: Piemontese e Charollaise TORINO. Come da tempo si sa, il mercato della carne bovina è in crisi. Oggi ogni italiano ne mangia 23 chili l'anno, rispetto ai 25 di 15 anni fa; mentre le carni suine e avicole hanno compiuto un forte balzo. «Le ragioni di questo disamore non sono dovute alla scoperta dei vitelli all'estrogeno, o all'aumento del tasso di colesterolo provocato dalla fettina, quanto a una informazione poco corretta». Così, almeno, la pensa Bruno Pusterla direttore della Federazione agricoltori Piemonte. E lo ha affermato mercoledì scorso introducendo un convegno organizzato dall'Associazione produttori Agripiemonte carne, presieduto da Giuseppe Pochettino. e dalla Dox-al Italia, società produttrice di alimenti per la zootecnia. Così, per uscire dal tunnel è necessario ricorrere al lifting, cioè a una più solida immagine del prodotto, attraverso produ¬ zioni di elevata qualità. Le indicazioni sono venute dal prof. André Faucon, membro del Comitato scientifico francese di ricerca bovina. Nella sua relazione, ha spiegato le difficoltà che s'incontrano nella classificazione delle razze bovine, i cui studi sono ridotti per gli elevati costi dei metodi e delle analisi. In questo senso, infatti, ci si può riferire principalmente alle ricerche fatte negli Stati Uniti, in Danimarca, in Francia. Queste ricerche hanno sviluppato risultati molto vari, dovuti al fatto che le razze sono state comparate in base a più fattori. Difficile dunque ottenere dagli incroci una qualità di carne in un certo senso «perfetta»; ma si è comunque giunti a individuare le razzo più apprezzate: la Piemontese e la francese Charollaise, che vengono comunemente riconosciute di qualità superiore a quelle anglosasso¬ ni. Altro dato interessante è il livello di ereditabilità delle caratteristiche della carne (come ad esempio il colore, la succosita, l'aroma, la tenerezza) che è stato stabilito in valori variabili dallo 0,1 allo 0,3 per cento. Le carni bovine italiane e francesi sono quindi le più richieste, ma per il futuro bisognerà utilizzare al meglio le cono scehze sulle diverse produzio ni. Per far ciò, si dovrà ricorrere a investimenti più sostanziosi nel settore della ricerca perché, sia per la produzione che per la commercializzazione, le condizioni economiche dei mercato possano evolvere à favore della qualità. Paradossalmente, nel nostro Paese, che è il produttore di una delle migliori qualità di carni bovine, non si investe abbastanza nella ricerca. Gianni Stornerò

Persone citate: André Faucon, Bruno Pusterla, Giuseppe Pochettino

Luoghi citati: Danimarca, Francia, Italia, Piemonte, Stati Uniti, Torino