Coldiretti: verso nuove alleanze

Coldiretti: verso nuove alleanze Strategie per i difficili Anni Novanta Coldiretti: verso nuove alleanze TORINO. Come si sta trasformando il produttore agricolo? Quale sarà il suo ruolo negli Anni '90? Come potrà difendere il suo reddito in un'economia che ragiona sempre più per grandi numeri, espandendosi non solo a livello nazionale, ma comunitario e addirittura mondiale? Un importante dibattito su questi, e altri temi che coinvolgono direttamente il lavoro e la stessa qualità di vita dell'agricoltore, si tiene domani a Tori- ■ no, organizzato dalla Coldiretti piemontese, con la presenza del presidente nazionale Lobianco. E' un momento di sintesi dei vari dibatti già tenutisi a livello provinciale, e di preparazione alla 28a assemblea nazionale della Coldiretti, in programma dal 20 al 22 marzo a Roma, in cui saranno esaminate le conseguenze per il mondo agricolo delle grandi rivoluzioni economiche e sociali degli ultimi tempi, non ultimo il «terremoto» avvenuto nel 1989 nei Paesi dell'Est. Qual è il pensiero del coltivatore piemontese rispetto ai grandi temi in discussione? Ne parliamo con il direttore della Confederazione regionale, Gianfranco Tamietto, che ha seguito tutti i dibattiti nelle varie province. Come punto più importante, è emersa la necessità di difendere il reddito delle . aziende agricole. Non è soltanto una dichiarazione astratta, i coltivatori piemontesi hanno idee ben chiare su come realizzare questa difesa: con la partecipazione del mondo agricolo nell'agroindustria e nelle grandi catene commerciali (si tratterebbe, tra l'altro, di realizzare, con alcune modifiche, il «progetto Aquila», cioè l'utilizzo delle strutture della Federconsorzi, magari in collaborazione con altre grandi reti cooperativistiche). Tuttavia, il coltivatore piemontese non si nasconde le difficoltà di questa grande strategia, che si possono sintetizzare nella profonda carenza di risorse finanziarie e di uomini. Ciò conferisce ' una certa dose di pessimismo sul futuro dell'agricoltura — piemontese e italiana — perché indubbiamente si tratta di difficoltà non indifferenti. Forse un po' di sfiducia è an che giustificta, se si pensa alla fine che hanno fatto alcune cooperative regionali, ad esem pio nel settore caseario. Tuttavia, pessimismo non si gnifica rinuncia, ma consapevolezza che la battaglia sarà difficile. Per avere qualche probabilità di vincere, occorre uniré le forze. Una novità in qusto senso — osserva Tamietto — è rappresentata dalle alleanze che si vorrebbero attuare. Ad esempio il progetto Aquila prevedeva di utilizzare soltanto l'organizzazione della Federconsorzi; ora si pensa più «alla grande» e, rinunciando al «grande fronte bianco», si comprende che sarebbe necessario coinvolgere nel piano anche la Lega e la Confcoltivatori, l'organizzazione agricola di sinistra, oltre naturalmente la Confagricoltura. Un altro tema che è emerso prepotentemente dai dibattiti piemontesi è quello dell'ambiente. C'è la consapevolezza che si debba andare verso un'agricoltura più «pulita», con un minor uso dei prodotti chimici. Ad esempio, mediante una autocertificazione da darte dei produttori agricoli. Ma i coltivatori piemontesi chiedono anche alla loro organizzazione di fare pressioni e di prendere iniziative per migliorare quell'immagine che oggi a volte, e certamente a torto, viene loro attribuita, di inquinatori: insomma, dicono i piemontesi, non si devono far ricadere su di noi tutti i problemi ambientali. Infine — ricorda Tamietto — dai coltivatori della nostra regione è stata sottolineata la necessità di non trascurare il ruolo «culturale» dell'agricoltura. Questo è uno dei grandi temi che saranno dibattuti all'assemblea nazionale, e dal Piemonte viene la raccomandazione di non trascurare questi valori che, in tempi in cui l'economia prevale su tutto, si potrebbero sottovalutare. «Il rapporto con la cultura contadina, le tradizioni, le lin gue contadine non vanno di menticati» dice Tamietto. In parte, sono stati riscoperti dalla città, che se ne sta appro prìando e li sta sfruttando, trasformandoli in mezzi di scam bio economico. Ecco, sostengo no i coltivatori piemontesi, non lasciamoci portar via questi valori, che sono nostri, che abbiamo custodite nei secoli e che forse oggi sono anche diventati (come l'aria e l'acqua, cui un tempo nessuno faceva caso) dei beni che hanno un valore economico. ll.b.l

Persone citate: Gianfranco Tamietto, Lobianco, Tamietto

Luoghi citati: Piemonte, Roma, Torino