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Enimont, Cagliari replica a Gardini Botta e risposta tra i due protagonisti Enimont, Cagliari replica a Gardini ROMA. L'affare Enimont, non conosce tregue, neanche nel fine settimana. Questa volta, in attesa del consiglio di amministrazione della joint venture chimica che si terrà martedì, il presidente dell'Eni, Gabriele Cagliari, e quello della Montedison, Raul Gardini, si affrontano con uno scambio di battute a distanza. «Se si arriverà a una situazione di conflitto più duro con la Montedison, noi dell'Eni potremmo comprare la sua quota nell'Enimont — ha detto Cagliari in un'intervista che verrà pubblicata sul prossimo numero de "L'Espresso" — e saremmo certamente in grado di gestire la società con successo». Cagliari accusa la Montedison «di tendere, con questo gioco di aumenti di capitale, di vendite di imprese, a mettere l'Eni nella condizione di essere uno "sleeping partner"». «L'Eni — continua il presidente — viene cioè chiamato a sottoscrivere capitale, magari in forma di obbligazioni (anche se convertibili), ma l'obiettivo è quello di escluderlo dalla gestione». Sul maxiaumento di capitale proposto da Gardini, Cagliari dice: «Alla Montedison rispondo con un no preciso e secco». Gardini non ha rilasciato interviste, ma ieri ha pubblicato a pagamento sui princiali quotidiani nazionali ima «Lettera agli azionisti di Montedison e Enimont» che illustra le proposte presentate dalla Montedison all'Eni per il riassetto dell'Enimont. A Venezia, dove Gardini presenta oggi la sua nuova barca, un giornalista gli ha chiesto se sarà più difficile gestire l'avventura della Coppa America o la questione Enimont. «Se hai le mura a dritta non c'è nessuna difficoltà e io sono sicuro di avere le mura a dritta», ha risposto il presidente della Montedison, aggiungendo che parlando a dei velisti non aveva bisogno di spiegare. Nelle regole marinare quando due barche a vela si incrociano, quella che ha «le mura a dritta», cioè prende il vento sulla fiancata destra, ha diritto di precedenza.