Arrestati i «falsi» genitori di Hermann

Arrestati i «falsi» genitori di Hermann I coniugi di Brescia rischiano fino a 8 anni di carcere, la madre ritrovata: «Ora voglio mio figlio» Arrestati i «falsi» genitori di Hermann L'accusa: sequestro aggravato MILANO. Sequestro di persona aggravato e continuato: con questa accusa (che prevede una pena fino a otto anni) sono stati arrestati l'altra mattina i coniugi Walter e Aurora Croci falsi genitori di Sebastiano, il bambino di 12 anni rapito nel 1978 alla legittima madre Annamaria Notarnicola. Alle 7,30 di giovedì cinque agenti si sono presentati nella villetta della coppia a Ome, in provincia di Brescia, con l'ordine di arresto firmato dal giudice Arnaldo Rubichi. In casa c'era solo la moglie, mentre Walter Croci, vari precedenti penali, era già uscito con il camion per le consegne della giornata. Gli agenti hanno dovuto aspettarlo in un altro paese del Bresciano, Villongo, dove alle 11,30 è stato ammanettato. I due sono stati portati a S. Vittore, ma nemmeno la gravità dell'accusa, li fa vacillare: in carcere resteremo pochissimo, pare abbiano detto, ostinati nel dirsi vittima di un colossale errore giudiziario. Niente più dubbi per gli inquirenti, dunque, dopo gli esami . eugenetici compiuti sui campioni di sangue di Annamaria e Giambattista Notarnicola che risultano «perfettamente compatibili» con il Dna del bambino. La prova, a cui i coniugi Croci rifiutano di sottoporsi, rendè decisivi gli altri indizi accumulati in questi quaranta giorni di indagini, da quando Annamaria Notarnico¬ la si presentò in questura con la foto del piccolo Hermann Croci, pubblicata da «Grand Hotel». Il settimanale riportava la «penosa vicenda» dei coniugi Croci à cui il Tribunale dei minori aveva sottratto, nel 1986, il «figlio» perché nessun documento anagrafico ne attestava identità, nascita e genitori. «Spero solo che confessino. Mi basterebbe» dice oggi Annamaria, mani nervose e sguardo teso, seduta accanto a Giovambattista Notarnicola nel salotto del loro appartamento a Cesano Boscone. Primo piano di una casa popolare, cinque stanze, molta confusione, campi verdi della periferia al di là delle piccole finestre. Lui, di Locorotondo, lavora in una carrozzeria; lei, di Cisternino, si arrangia con qualche pulizia a ore: «Non saremo ricchi, ma un bambino in più lo possiamo mantenere». Gli altri quattro figli della coppia, separata legalmente dal dicembre scorso, entrano ed escono dalla sala. C'è euforia, attesa, per questo bambino sconosciuto ricomparso nella loro vita in modo imprevedibile. La sua foto, la foto un po' sfocata di un neonato avvolto in una coperta azzurra, se ne sta al centro della parete, protetta da una grossa cornice dorata. «Chissà dov'è adesso» dice lei. «Ce lo restituiranno?» «Certo che sì — risponde lui rapido —; ci metterà qualche mese a ambientarsi. Si capisce, lui ha sempre creduto di essere un altro. Non è uno scherzo ripartire da zero». Non è così sbrigativo Gilberto Barbarito, presidente del Tribunale dei minori: «In questo campo non c'è nulla di determinato. Se lei pianta uh'fiore in un'aiuola e questo fiore cresce, non è detto che lo si possa trapiantare subito. Il bambino non ha mai avuto ragioni per mettere in dubbio la propria identità. Bisogna preparare il terréno, attutire il trauma». E per il momento il piccolo Sebastiano continuerà a stare nell'istituto che lo ospita. «Non capisco» si ostina Annamaria. Racconta: «Mai dimenticato il mio bambino rubato. E mai dimenticato quel giorno; 20 aprile 1978, la signora col foulard che mi dice di aspettarla nel bar mentre lei se ne va con il bambino in braccio. Tutti quei minuti che passano. Lei che non torna e io penso: adesso arriva, il bambino deve mangiare. Poi i carabinieri, i giudici, gli anni». «Noi aspettavamo uno sbaglio di quelli che ce lo avevano portato via — dice Giambattista Notarnicola —. E invece sembrava che non si tradissero mai». Di sbagli, i coniugi Croci, ormai ne hanno commessi parecchi. Uno imperdonabile: essersi fidati del tempo trascorso per uscire allo scoperto. Nelle carte del magistrato c'è la descrizione della donna che rapì il bambino, resa nel '78 da Annamaria: altezza un metro e 55, paffuta, labbra carnose, naso pronunciato. E c'è la foto che Annamaria ritagliò da un giornale, insoddisfatta dall'identikit disegnato dalla polizia: «La donna che cerchiamo è come questa». Quella foto, rivista oggi, assomiglia «in modo evidente», dicono gli inquirenti, a Aurora Croci. E' sicura Annamaria: «Se me la fanno vedere la riconosco». E' determinato Giambattista: «Voglio sapere se è proprio lei la donna che ci ha ingannato, di lui non m'importa». Dice che la legge «ora va dritta», ma per il piccolo Sebastiano, che non sa nulla, qualunque destinazione sarà una difficile sorpresa. Pino Corrias Walter e Aurora Croci arrestati e accusati di sequestro Hermann assomiglia al secondogenito della donna che lo rivendica

Luoghi citati: Brescia, Cesano Boscone, Cisternino, Locorotondo, Milano, Ome, Villongo