SALANI RISCOPRE LE FIABE RUSSE, BELLE E CRUDELI

SALANI RISCOPRE LE FIABE RUSSE, BELLE E CRUDELI SALANI RISCOPRE LE FIABE RUSSE, BELLE E CRUDELI SI sa che la Salani è specializzata nei felici recuperi dell'editoria popolare del tardo Ottocento e del primo Novecento. Lasciamo pure da parte, perché se ne è già parlato molto, la risorta Biblioteca dei miei ragazzi, con le sue vicende ancora appassionanti, le perfette copertine (le stesse «di allora») e il complemento indispensabile delle delicate vignette in bianco e nero. Anche fuori di quella collana ci sono molte scoperte da fare; o meglio riscoperte. L'anno scorso per esempio uscivano le novelle di Nei boschi incantati di Policarpo Petrocchi, in cui l'autore del famoso vocabolario inventava, su basi tradizionali, un modo di novellare molto bello, intriso di antico e insieme fervido di novità. Le fiabe della tradizione vi erano ricomposte con uno slan¬ cio quasi di improvvisazione, capace di prolungare il canovaccio del Re Porco inserendo varie trafile successive di orchi e oggetti magici, di vecchi e di venti, o di aggregare alla storia dell'eroe tradito dai fratelli le trame dell' Uccel Belvedere, degli animali riconoscenti e del Drago dalle sette teste, usandole abilmente come intrecci secondari. Anatre bianche volpi e orsi Ora è la volta della tradizione pura e non rimaneggiata, con L'anatrella bianca e altre fiabe popolari russe, nella traduzione di Gabriella Brenzini Berson e con le illustrazioni di Ezio Anichini (pp. 220, L. 18.000). L'edizione originale risale al 1924; e francamente, non avremmo creduto che già in quegli anni lontani fiabe per noi così fuori mano fossero divulgate in una versione tanto fedele, che rispetta il ritmo tra^ scinante della narrazione e non si permette di correggere le crudeltà e gli orrori. Di orrori, pare, i bambini di oggi sono avidissimi; in tema di crudeltà però la moderna sensibilità ecologica può trovare qualcosa da ridire sul modo con cui vengono trattati in queste pagine volpi, lupi e orsi. Ma il popolo russo, che se li trova fin sulla soglia di casa, non pativa di simili scrupoli. In compenso, quanti valorosi principi e sagge principesse, quanti eroi ultraeroici, gli indistruttibili bogatyr, e cupe foreste, e isbe, e palazzi, e casette girevoli su zampe di gallina, da cui sbuca a sorpresa l'orrenda Baba-Jagà! L'alta qualità letteraria dei testi, evidente anche nella traduzione, deriva in parte da quel ritmo straordinariamente poetico, che in una lettu¬ ra ad alta voce agisce come un vero e proprio incantesimo. «Molto o poco?» chiede una formula ricorrente, «lontano o vicino?»; e basta quell'interrogativo, a cui non si propone né pretende risposta, a far mettere le ali alla fantasia. Le illustrazioni di Anichini L'Anichini complemento queste fiabe sempreverdi con le sue illustrazioni dal segno morbido, piacevolmente datate. Tra l'altro ebbe il grande merito di far belli gli eroi e bellissime le eroine, dimostrando una fedeltà al testo che gli illustratori di oggi non sempre praticano con altrettanto zelo. Eppure è l'unica scelta che soddisfi pienamente il lettore (specie il lettore bambino). Beatrice Solinas Donghi

Persone citate: Anichini, Beatrice Solinas Donghi, Crudeli, Ezio Anichini, Gabriella Brenzini Berson, Policarpo Petrocchi, Salani